Lo scorso lunedì 23 gennaio Andrea Dorcich, 33 anni, si era allontanato in bicicletta sulla restera. E non era più rientrato a casa. Dopo la denuncia di smarrimento da parte della madre Giuseppa Rosa Caldato, il cadavere del giovane è stato rinvenuto nella notte fra sabato e domenica, nei pressi dell’ex stabilimento industriale oggi dismesso, in zona Silea, sempre lungo l’Alzaia del Sile..

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L’autopsia eseguita ieri sulla salma di Dorcich ha rivelato i segni di un fortissimo trauma cranico, probabilmente di natura violenta: sembra che il giovane sia stato colpito alla testa con un oggetto pesante e non appuntito. I carabinieri non escludono quindi che si sia trattato di omicidio, magari cagionato da un pestaggio: Dorcich ultimamente viveva un difficile periodo di precariato lavorativo, ed era finito nel tunnel della droga, frequentando ambienti malfamati. Non più tardi di quindici giorni fa era già stato trovato dalle forze dell’ordine in zona Viale Monfenera, e ricondotto a casa in palese stato confusionale.

La madre, rivolgendosi a La Tribuna, rincara la dose rinforzando la tesi sull’omicidio: “Aveva il naso rotto e altri lividi in faccia, Andrea è stato ammazzato“.