È stato denunciato per procurato allarme ed interruzione di pubblico servizio un pregiudicato 48enne, residente in provincia, autore del pacco bomba che, l’11 giugno mattina, ha paralizzato l’attività del tribunale di Treviso. L’uomo è stato incastrato dalle telecamere di videosorveglianza installate al secondo piano del palazzo di giustizia. È proprio in uno dei bagni di quel piano che venne trovata la scatola con, all’interno, dei circuiti elettrici ed un post-it con su scritto “boom”: il tutto preannunciato da una telefonata. L’indagine lampo della Digos è partita proprio dalle immagini delle telecamere che hanno immortalato il 48enne, vestito con camicia azzurra e pantaloni scuri, con un mano una borsa in pelle che presentava prima un evidente rigonfiamento e poi, dopo essere entrato in bagno, risultava svuotata del suo contenuto. Proprio il giorno dell’accaduto si sarebbe dovuta tenere l’udienza per le messa all’asta della villetta in cui l’uomo risiede con la famiglia, saltata proprio a causa dell’allarme bomba. Durante una perquisizione domiciliare gli investigatori della Digos, coordinati dal dirigente Gianfabrizio Moschini, hanno rinvenuto gli stessi abiti usati dal 48enne mercoledì, dei post-it del tutto simili a quello usato nel fabbricare la finta bomba ed alcuni scritti con una grafia identica a quella con cui è stata scritta la parola “boom” sul foglietto.