Accade a Treviso dove un giocatore d’azzardo patologico, ha gettato al vento una fortuna in pochi anni giocando d’azzardo in tutti i campi possibili. In un’occasione ha messo sul piatto 18 mila euro per una partita di tennis amatoriale, perdendoli. Protagonista un 29enne trevigiano, ora in manette dopo essersi scagliato, ubriaco, contro i carabinieri che cercavano di calmarlo. Secondo arresto in 30 giorni e sempre in centro a Treviso. Una situazione ormai allo stremo che ha portato il giudice a nomnare per lui un amministratore di sostegno. Eppure l’uomo continuerebbe a rifiutare le cure necessarie per cercare di porre fine ad una dipendenza che ha distrutto la sua vita e quella della sua famiglia. L’ultimo episodio risale a giovedì sera, quando, visibilmente ubriaco si sarebbe rifiutato di fornire i propri documenti. Poi il processo davanti al giudice Piera De Stefani: il 29enne ha ottenuto l’obbligo di dimora nel comune di Preganziol, nell’abitazione del padre. Una situazione difficile, la cui causa potrebbe essere ricercata dal fatto che il ragazzo soffre di ludopatia; una dipendenza dal gioco patologica e inarrestabile. Macchinette, gratta e vinci, scommesse per grandi somme; cifre, oltretutto, di cui il giovane non aveva la disponibilità. Era, inoltre, senza lavoro perché licenziato a causa delle sua innumerevoli assenze dovute al gioco. La ludopatia è stata certificata da una perizia psichiatrica ma il giovane ancora non riconosce la sua dipendenza e rifiuta ogni forma di aiuto.

Gian Nicola Pittalis

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