L’annuncio
«Per una regione come il Veneto la riforma del ministro Boschi non viene percepita come una reale svolta e il Pd non può liquidare la vicenda del referendum sull’autonomia dicendo che tanto basta e avanza quello confermativo costituzionale di autunno. Non basta per niente. Dunque, accogliamo l’invito del governatore Luca Zaia, sediamoci al tavolo con lui e con il Governo e concordiamo assieme il quesito sull’autonomia».
Chi dice queste cose? Non un leghista, ma un esponente del Pd: il deputato veneziano Davide Zoggia. Che invita i colleghi a non fare le barricate contro il referendum sull’autonomia.

Il Referendum sull’autonomia
La premessa è che Zaia, annunciando qualche settimana fa di voler indire il referendum sull’autonomia, aveva mandato una lettera al premier Matteo Renzi e ai parlamentari veneti chiedendo a questi ultimi di superare gli steccati partitici e di fare squadra. Zoggia, dell’area minoritaria Pd, ieri ha risposto sì. Andando, peraltro, in controtendenza rispetto al gruppo consiliare dem di Palazzo Ferro Fini che, in un documento, ha definito il referendum sull’autonomia “privo di ogni contenuto di governo ma tutto teso a contrastare il disegno riformatore nazionale, interpretato in chiave centralistica” e sposando invece in pieno la riforma Boschi. Zoggia è di tutt’altro avviso: «Io non penso che il referendum costituzionale di ottobre risolva i problemi del Veneto e i malesseri di questa regione. Sì, c’è la riforma del Senato – che peraltro io avrei fatto in modo diverso – ma ancora aspettiamo la legge per sapere le modalità di elezione dei consiglieri regionali/senatori. Ma per quanto riguarda l’impianto complessivo della riforma costituzionale è innegabile che stiamo assistendo a un accentramento dei poteri». Insomma, secondo Zoggia questa riforma costituzionale al Veneto non basta: «Totalmente insufficiente». Di più: «Una risposta accentratrice, come dimostra il caso Sappada». Anche perché, dice, non si affronta il tema delle risorse da tenere sul territorio quando il territorio ha comportamenti virtuosi, come appunto il Veneto. E allora? Allora, dice Zoggia, si proceda con il federalismo a geometrie variabili e si appoggi anche il referendum sull’autonomia.

Obiezione: il referendum non è necessario
«Ma quello proposto da Zaia non va contro la Costituzione, anzi richiama quegli articoli della Costituzione, come il 116, riformati da nostri governi del centrosinistra. E se il quesito è “Vuoi che al Veneto siano attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia?”, non è certo un quesito strumentale. Zaia parla di una “no fly zone” e io penso che il bene dei veneti sia un terreno su cui il Pd veneto può riconquistare credibilità». Altra obiezione: non si rischia di contrapporre i due referendum, quello costituzionale e quello sull’autonomia del Veneto? «È proprio la contrapposizione che va evitata, vincerebbe l’autonomia 6-0 6-0. Piuttosto, non potendo fare l’election day, il referendum sull’autonomia potrebbe rafforzare quello costituzionale facendolo subito dopo. Proviamo a essere rivoluzionari veri. Che non vuol dire essere leghisti, qui siamo dentro la Costituzione. In Veneto siano sempre stati minoranza ma i temi del federalismo, da Cacciari a Variati, li abbiamo sviscerati noi». Il Governo statale cosa farà? «Non credo sia completamente insensibile».

Gian Nicola Pittalis

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