Notte di paura nel centro di prima accoglienza di Cona, in provincia di Venezia, dove per diverse ore alcuni migranti hanno tenuto in ostaggio 25 operatori che gestiscono la struttura. A innescare la protesta, per fortuna senza gravi conseguenze, è stata la morte di una 25enne di origine ivoriana, Sandrine Bakayoko, avvenuta ieri pomeriggio a seguito di un malore improvviso. La giovane è stata trovata in bagno priva di conoscenza. A nulla sono valsi i tentativi di rianimazione.

Secondo gli ospiti del centro, vi sarebbero stati ritardi nella richiesta dei soccorsi, circostanza smentita dai sanitari del 118 intervenuti prima con un’autoambulanza del presidio medico di Cavarzere, risultata non idonea al trasporto, poi con un’auto dell’ospedale di Piove di Sacco. La ragazza è morta cinque minuti dopo essere partita con quest’ultimo mezzo. Sulle dinamiche della vicenda sta ora indagando l’autorità giudiziaria di Venezia.

Il decesso della giovane africana ha riacceso il malcontento dei circa 1400 profughi che affollano il centro dell’ex caserma Silvestri di Conetta, una frazioncina di Cona, comune di 3mila abitanti. Lamentano carenze nei servizi, in particolare per acqua ed elettricità. Il centro è composto prevalentemente di tendoni fra i 500 e i 1500 metri quadri (poche le strutture in muratura) dove dormono in centinaia in letti a castello; le donne sono circa 40 e hanno alloggi e servizi separati.