Iscrizioni a social network e newsletter, cookie accettati e installati, tracce digitali di ogni nostra azione su internet. Nell’era del web 2.0 è tanto bello e semplice entrare quanto difficile uscire: per eliminare davvero tutte le orme del nostro passaggio sul web non è certo sufficiente cancellare cache e cronologia alla chiusura del browser, o tantomeno cliccare “logout” sui vari siti visitati.

Per fortuna, un nuovo e interessante strumento è appena stato fabbricato in Svezia, storicamente un bacino di programmazione dove si bada alla sostanza e all’utilità del digitale più che ai suoi lustrini: sul sito https://www.deseat.me/ puoi cancellare tutte le tue tracce dal web in poche, rapide mosse.

Si accede col proprio account Google, si attende che il servizio esegua una radiografia di tutte le piattaforme web cui l’utente è iscritto, e in pochi istanti Deseat.me presenta una lista esaustiva con gli account aperti a proprio nome che siano in qualche modo collegati al profilo-madre sottoscritto con Big G.

2108844_identita_digitale-jpg-pagespeed-ce-hzepbrpr-jA quel punto si può selezionare con comodo quali account da cancellare (con annessa disintegrazione automatica di tutte le relative tracce web) e quali, eventualmente, mantenere attivi. Per il momento Deseat.me funziona soltanto verso i social network, i profili e le piattaforme web collegate a Google, ma ci sentiamo di prevedere un’implementazione futura verso ecosistemi minori.

Sicuramente, ad oggi Deseat.me è un eccellente primo passo per tutti coloro che intendano disfarsi di tanti account ormai superflui, ma non abbiano la voglia o il tempo di mettersi a tavolino per ripescarli uno ad uno.

Qualche anno fa, negli Stati Uniti venne lanciata a pagamento (e in esclusiva territoriale) un’applicazione che svolgeva un compito similare: limitatamente al Nord America, dov’è disponibile, DeleteMe ha riscosso un discreto successo nel campo dell’eliminazione dei dati personali sparsi online. La ragione di questa “corsa alla cancellazione” va ricondotta non tanto al timore di lasciare troppe tracce in giro per il web: secondo un recente sondaggio di Kaspersky Lab, infatti, l’utente medio si sente semplicemente stufo dell’odierno guazzabuglio di social network, con tutto ciò che ne consegue in termini di riduzione della privacy: un valore in teoria sacro, ma che nell’era del web 2.0 appare già fin troppo sacrificato sull’altare della libera circolazione delle informazioni.