Questo mese il nostro allenatore nella curva della De’ Longhi Treviso Basket è un protagonista assoluto dei Fioi, il caldissimo tifo organizzato che anima il Palaverde nei match casalinghi e che incarna il sesto uomo in campo nelle trasferte affrontate dai ragazzi di coach Pillastrini. Visceralmente innamorato della pallacanestro trevigiana da dieci anni, in epoca De’ Longhi Mattia Fregonas ha saltato una sola partita. UNA SOLTANTO.[s2If !current_user_can(access_s2member_level1)] …READ MORE[/s2If][s2If current_user_can(access_s2member_level1)]

WhatsApp Image 2017-01-11 at 10.59.03Nome: Mattia Fregonas

Età: 26 anni

Professione: Controllo Qualità

 

Mattia, da quanto tempo segui la pallacanestro e il Treviso basket?

Seguo il basket a Treviso dalla stagione 2006-7: la mia prima partita fu in Eurolega contro Barcellona nei Distinti, poi iniziai presto a spostarmi verso la curva e a conoscere i ragazzi degli allora Rebels, e da lì cominciai ad andare a tutte le partite e a quasi tutte le trasferte. Seguo quindi l’Universo Treviso Basket fin dalla sua nascita in piazza, dalla prima di Promozione ad Agordo. Nelle ultime 3 stagioni ho perso solo una partita, la trasferta a Legnano di due stagioni fa.

2. Malgrado qualche battuta d’arresto, la crescita della squadra c’è: come vedi l’anno che sta iniziando?

La squadra non mi preoccupa, capita di perdere qualche partita: abbiamo visto l’anno scorso che arrivare primi in stagione regolare conta fin là, tanto poi si azzera tutto, o quasi, ai playoff. Per quel che vedo io la crescita c’è ed era normale visto il nucleo di giocatori che sono con noi da un paio d’anni con lo stesso coach. Quest’anno nuovo con la seconda parte di stagione alle porte sarà dura, ma io e tutti i Fioi sappiamo che ci saranno sconfitte e momenti bui. Finché la squadra dà tutto in campo come finora verràda noi sempre sostenuta, nelle vittorie e nelle sconfitte.

3. Qual è il tuo giocare preferito della De’ Longhi?

Rinaldi e Fantinelli a pari merito, ma qualsiasi componente della squadra attuale ha qualche aspetto per il quale potrei citarlo.

4. E il tuo beniamino di sempre, invece?

Direi Marcus Goree, anche se purtroppo non l’ho visto giocare nell’anno dell’ultimo scudetto.

5. Qual è stata a tuo avviso la coreografia migliore che avete realizzato?

La coreografia migliore non è propriamente una coreografia, bensì il copricurva con raffigurata Piazza Dei signori. Ricordo tutto il tempo che abbiamo dedicato alla realizzazione, dalla ricerca della stoffa fino all’asciugatura in capannone, dove ci siamo trovati in una trentina buona un sabato pomeriggio, per stenderlo. Credo che questo spirito di gruppo aumenta sempre di più, e valga più di mille coriandoli o coreografie varie. Proprio da questo copricurva ho preso ispirazione per un mio tatuaggio!

6. E la miglior partita mai giocata dal TVB, invece?

Credo sia difficile da dire, soprattutto a livello di gioco. In termini emozionali credo che i 3 supplementari contro Mantova lo scorso anno siano stati importanti, o le parecchie vittorie allo scadere con i tiri di Fabi tra le quali la trasferta a Legnano (quella famosa che ho saltato) o con Chieti in casa nella stessa stagione, nei playoff a Ferentino lo scorso anno… O ancora la tripla dall’angolo di Negri lo scorso anno a Treviglio. Per citare quelle che mi vengono in mente ora. Infine devo ricordare la storica trasferta di Reggio Calabria di due stagioni fa, partiti in 4 con una vecchia punto e rientrati vincitori: più che una trasferta direi un’odissea finita bene.

7. Hai suggerimenti spassionati per la società o per coach Pillastrini?

Suggerimenti al coach non ne ho proprio da dare. Né per la società. Se non quello di continuare su questa strada, della continuità nella programmazione e nel rapporto con pubblico e tifosi di continuare così: squadra e tifosi sono un tutt’uno a Treviso, il che ci contraddistingue da tutti gli altri.

8. In qualità di “allenatore in curva”, cosa vuoi dire ai tifosi?

Esser d’aiuto alla squadra. Ovviamente l’andamento della gara influisce su tifo e calore, ma se riusciamo ad esser chiassosi e calorosi anche nei momenti “no”, allora faremo un salto di qualità e potremo iniziare a sognare ancora di più in campo e sugli spalti.Il tempo per commentare la partita e gli errori, mandare sms, scattare foto c’è prima e dopo la partita, o all’intervallo… Ma in quei benedetti 40 minuti di gioco diamo tutto ciò che possiamo con voce e mani, come chiediamo ai ragazzi in campo. Forza Fioi! Forza Treviso![/s2If]