Nicolò Rocchi lo abbiamo visto vincere, dimostrare di essere tra i migliori corridori sulla piazza. Un passista veloce con ottime performance anche in salita. Ma il ciclismo non perdona e se la ruota non gira per il verso giusto non c’è nulla da fare. A 27 anni sei costretto a smettere e scendere di sella da dilettante se non trovi una continental o una professional disposta a ingaggiarti. Ma la storia di Nicolò Rocchi è completamente a se. Ottimo dilettante adesso è il nuovo vice mister e massaggiatore del Treviso Calcio.

rocchiCalcio? Direte voi. Eh si perché papà Renzo, che è stato un buon giocatore, è tuttora un ottimo allenatore di calcio. E da settembre è il nuovo mister dei biancocelesti. Renzo Rocchi arriva al Treviso tramite Claudio Capuzzo, dirigente storico biancoceleste, con il quale Rocchi aveva già lavorato e sempre a Treviso. Ha allenato la C 2 e C1 a San Donà di Piave, al Treviso nel 1991 e 92 con la prima squadra interregionale ha vinto la Coppa Italia. E ora lo hanno richiamato per risollevare le sorti biancocelesti. E lui si è portato Nicolò, si proprio lui, l’ex corridore. Al Treviso oltre alla prima squadra ci sono gli juniores dai 16 ai 18. Come nel ciclismo. Perché fino ai 16 anni circa Nicolò giocava a calcio e correva in bici.

“Nicolò – racconta papà mister Renzo Rocchi – giocava al Venezia e a 11 anni, un giorno mi ha chiesto di poter andare a tifare Baggio, il suo campione preferito, in una partita. C’era l’amichevole a Trento tra Venezia e il Brescia ma la sfida è stata quella di andare da Spinea a Trento in bicicletta. E da li gli è iniziata pure la passione per la bici. Da Spinea a Trento in bicicletta, siamo partiti alle 5 del mattino e abbiamo corso per sette. Io avevo una piccola bici da corsa prestata da mio fratello e lui una mtb. Da li la passione per la bici, poi alla domenica il calcio al mattino e al pomeriggio le gare di ciclismo. Giocava nelle giovanili prima del Venezia poi del Padova. Giocava a calcio e correva. Durante la settimana tre allenamenti di calcio e il resto sulle due ruote. A volte le discipline si incrociavano, altre volte aveva il doppio impegno. A 16 anni la scelta per la bicicletta. Era davvero dotato anche se considerato un buon centrocampista, sia nel Venezia che nel Padova. Io ho proseguito la mia carriera nel calcio lui nel ciclismo. Ed ora le nostre strade si incrociano sull’erba dello stadio di Treviso Omobono Tenni”.

“Farò il corso da allenatore, per il momento sono tesserato come massaggiatore al Treviso perché nel frattempo mi sono diplomato in fisioterapia – racconta Nicolò -. Ma al Treviso sono pure in panchina. Imparo da mio papà. Certo mi manca il ciclismo, anzi, con il mio diploma posso pure continuare a fare il massaggiatore in qualche team di ciclismo se qualcuno ne avesse bisogno. Chissà , magari un corso da direttore sportivo oltre che allenatore nel calcio. Il mondo dello sport è grande”