Antiche residenze sotto la piazza. «Il mondo si divide tra chi fa e chi spera che quello che gli altri fanno vada male».

Appello di Manildo

Chiarissimo il messaggio lanciato ieri da piazza Santa Maria dei Battutti dal sindaco Giovanni Manildo, durante la conferenza pubblica in piazza che ha raccontato e spiegato i ritrovamenti archeologici fatti durante i lavori di rifacimento della piazza. Un messaggio ai detrattori del piano sul centro storico lanciato dal Comune (opposizioni e commercianti di Rivivere Treviso) cui è seguito il plauso a tecnici ed esperti che hanno seguito il cantiere, gli studi e le analisi, dagli uffici comunali dei lavori pubblici allo studio di archeologia Andreaia, fino alla Soprintendenza.

La storia

Sotto la piazza, dopo varie stratificazioni che hanno portato alla luce diverse pavimentazioni, sono state rinvenuti resti di antiche abitazioni antecendenti il 600 e forse collegabili alle abitazioni dei Da Coderta, che vennero rase al suolo per lasciare spazio all’ospedale dei Battuti. Sotto queste, reperti lignei che fanno pensare ad una struttura di bonifica per il consolidamento del terreno (lì documentato come paludoso in epoca romana). I reperti, già catalogati e fotografati, saranno coperti per proseguire con l’intervento sulla piazza, con il benestare della Soprindentenza: «La città deve andare avanti, non si tratta di elementi di imponenza e importanza storica tali da costituire un ostacolo». Plauso al lavoro di documentazione viene anche da Berto Zandigiacomi, segretario di Italia Nostra: «Bene effettuare approfondimenti archeologici per capire meglio la città, ancor meglio riuscirli a fare prima di dare il via all’opera».

Gian Nicola Pittalis

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