Ultimo turno del gruppo B; Europa a più velocità. Stasera alle 21 scendono virtualmente in campo 205 milioni di abitanti: soltanto 5 fanno parte dell’Ue, di Schengen e dell’euro (Slovacchia); 56 non sono mai entrati nella moneta unica né nell’area di libera circolazione, e giovedì decideranno se andarsene pure dall’Unione europea (Inghilterra e Galles); gli altri 144 (Russia, perché è vero che il Paese ha una parte in Asia ma la Nazionale è una sola), infine, non soltanto sono fuori da tutto, ma stanno addirittura scontando sanzioni economiche da parte di Bruxelles in risposta alla crisi ucraina. Tra Londra e Mosca, insomma, l’Europa politica deve accontentarsi della faccia giovane di Bratislava: entrata nel 2004, tre anni dopo adottava l’euro e fra una decina di giorni, dal primo luglio, sarà presidente di turno dell’Unione per il prossimo semestre. È la Slovacchia, però, l’eccezione in un quadro frastagliato che questi Europei raccontano benissimo: degli 8 gironi della prima fase, non ce n’è uno in cui tutte le squadre rispettino fino in fondo i criteri di Bruxelles. Il nostro (gruppo E) è quello che ci va più vicino, l’unico con 4 su 4 nell’eurozona, ma la libertà di circolazione – declinata dall’Irlanda, che non ha mai aderito a Schengen – è solo in 3. Per il resto, è la fiera dei distinguo: il ritratto di una banda di adolescenti che, per ora, riescono solo a mettersi d’accordo quando c’è da correre dietro a un pallone. E intanto Conte per l’ultima partita si appresta a tenere a riposo 9 giocatori per evitare infortuni e squalifiche. Non sarà il gesto di un cavaliere medievale, ma per un Europeo questo e altro!

Gian Nicola Pittalis

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