E’ nato a Montebelluna uno dei quattro violentatori della turista polacca. Lo stupro avvenuto a Rimini la notte del 26 agosto scorso ai danni di una giovane turista dell’Est. Picchiata a sangue assieme al compagno. Una lunga scia di violenze culminata con lo stupro ai danni anche di un trans peruviano. Quattro gli africani coinvolti, tra questi due fratelli marocchini entrambi minorenni.

Uno dei fratelli marocchini coinvolti nell’indagine della questura della città romagnola ha 17 anni e, con il fratello di un anno più giovane, nato a Urbino, si è costituito, nel pomeriggio di sabato, presentandosi nella caserma dei carabinieri di Montecchio di Pesaro, sebbene la polizia avesse ormai il fiato sul collo sulla gang dei due ragazzi di origine marocchina e sui loro complici, un minorenne nigeriano e il capobranco, un congolese di 18 anni.

Il padre, Mohamed, un saldatore di 51 anni, aveva vissuto in provincia di Treviso per cinque anni, tra il 1996 ed il 2001, e aveva lavorato come operaio in un’azienda metalmeccanica della Marca. Prima di trasferirsi a Vallefoglia, un comune della provincia di Pesaro, Mohamed aveva vissuto per cinque anni nella Marca. Ad agevolare il suo trasferimento in provincia di Treviso era stato il fratello di Mohamed, zio dei due minorenni arrestati per stupro, che aveva lavorato proprio a Montebelluna ed era molto attivo nell’associazionismo.

E a Montebelluna era nato appunto uno dei quattro stupratori. Il padre dei due fratelli marocchini, Mohamed, è ora ai domiciliari per furto nella sua casa in provincia di Pesaro. È stato lui a riconoscere i figli nelle immagini delle telecamere di videosorveglianza, trasmesse dalle televisioni, poco prima che i due si costituissero. È stato lui ad aver costretto i figli a costituirsi.