La produzione industriale vicentina chiude il 2023 in negativo. “Per la prima volta dopo il Covid, abbiamo chiuso un anno con un dato di produzione industriale negativo rispetto all’anno precedente, facendo segnare un -2,8%”, annuncia Laura Dalla Vecchia, Presidente di Confindustria Vicenza associazione che rappresenta sempre di più l’industria della provincia con un numero di dipendenti delle proprie aziende associate che supera quota 92.000 (+2.500 in un anno).

2023: i dati

“Lo abbiamo detto e ripetuto alle istituzioni, italiane e soprattutto europee, e anche agli altri attori sociali – prosegue -: se non viriamo, andiamo a sbattere e inizieremo a perdere posti di lavoro! L’Europa, in particolare, è il grande regolatore del nostro futuro. Il ‘come’ e il ‘quando’ le aziende e i privati dovranno rispondere alle direttive continentali andranno a definire la sopravvivenza o meno del lavoro di migliaia di imprese. La sostenibilità è un tema centrale, ma occorre distinguere tra iniziative concrete e mere narrazioni propagandistiche. È fondamentale che l’UE e in particolar modo gli eurodeputati italiani comprendano le specificità dell’industria, che ad oggi paiono essere per lo più sconosciute, e sostengano una transizione sostenibile da tutti i punti di vista: ambientale, sociale ed economica”.

Analizzando i precedenti trimestri, nel 2023 la produzione industriale vicentina ha visto, rispettivamente, un primo trimestre moderatamente positivo +0,49%, con un’inversione di tendenza repentina a partire già dal secondo che ha fatto segnare un -3,79%. La curva discendente si è confermato nel periodo in estate, con i mesi tra luglio e settembre che hanno portato ad un -5,42% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e, infine, ad una leggera frenata del calo con un -2,47% nell’ultimo trimestre dell’anno da poco conclusosi.

L’analisi

Ultimo trimestre 2023, debole il ciclo economico ma cresce il numero di occupati (+0,9%)
Riprendendo i dati della congiuntura del quarto trimestre 2023, il mercato interno segna un -3,3%, mentre l’export UE e l’export extra-UE segnano rispettivamente un -0,5% e un -1,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

La consistenza del portafoglio ordini rimane stabile per il 32%, cresce per il 21% mentre diminuisce per il 47% delle aziende (saldo pari a -26); il periodo di lavoro assicurato supera i tre mesi nel 22% dei casi (21% nel trimestre precedente).

La percentuale di aziende che denuncia tensioni di liquidità è pari al 12% (15% nel trimestre precedente) e risulta leggermente in aumento la percentuale di imprese che lamenta ritardi negli incassi (18% contro il 16% del trimestre precedente).

Nonostante la debolezza del ciclo economico, nel trimestre ottobre- dicembre 2023 il numero di occupati ha continuato ad espandersi registrando un timido aumento pari a 0,9%. Il 57% delle aziende dichiara di aver mantenuto inalterato il proprio livello occupazionale, il 22% l’ha aumentato, mentre il 21% ha ridotto la propria forza lavoro.

Nel quarto trimestre 2023 l’andamento dei prezzi delle materie prime ha segnato mediamente una diminuzione (circa -1,3%), mentre l’andamento dei prezzi dei prodotti finiti è rimasto pressoché invariato (attestandosi ad un -0,3%).