Si è tenuta ieri a Roma l’audizione di Treviso a capitale italiana della cultura 2020. Partita all’alba, la delegazione guidata dal sindaco di Treviso Giovanni Manildo è arrivata a Roma e ha affrontato la commissione che decreterà il 16 febbraio la città vincitrice.
Presenti in commissione: Luciano Franchin, assessore ai beni culturali del Comune di Treviso; Cristiano Corazzari, assessore ai beni culturali della Regione Veneto; Sossio Vitale, presidente della commissione cultura; Marco Tamaro, direttore di Fondazione Benetton Studi e Ricerche; Alberto Polita, referente della rete festival; Elisa Baccini e Damaso Zanardo, imprenditori trevigiani; Miriam Giuriati, sindaco del Comune di Casier e rappresentante dei comuni della Marca; Federica Franzoso, dirigente del settore cultura del Comune di Treviso; Patrizio Bon, di Infinite area che ha coordinato con l’assessore Franchin il lavoro di redazione del dossier, con il coinvolgimento di oltre 70 associazioni; presente con una lettera del presidente della Camera di Commercio Mario Pozza, che ha voluto sottolineare il sostegno dell’ente camerale.
Tanti i messaggi di sostegno alla candidatura arrivati al sindaco e all’assessore in questi giorni: Università, esponenti del mondo dell’arte e della cultura, gruppi e associazioni. Durante tutta la giornata, la diretta della delegazione trevigiana si è tenuta sulla pagina Facebook Treviso2020.
Voglio prima di tutto ringraziare la squadra per il lavoro svolto – dichiara il sindaco di Treviso Giovanni ManildoUna cosa è certa: abbiamo fatto del nostro meglio. Ora attendiamo con fiducia la decisione delle commissione davanti alla quale ci siamo presentati orgoglioso del lavoro svolto. Quello che conta è che Treviso possa contare su un progetto, su una visione della cultura per la città“.
Un percorso iniziato già nel 2014 con il Manifesto della cultura con il quale Treviso ha gettato le basi per la crescita culturale cittadina.
La nostra città – continua il sindaco – ha un teatro di tradizione che vogliamo preservare: per questo lanciamo l’idea di un progetto di comunità, in grado di influire sul futuro del teatro e della lirica rilanciandoli, considerata anche la crisi della fondazione bancaria“.
L’audizione a Roma è stata anche l’occasione per lanciare una nuova proposta per il futuro del teatro comunale: “Con la consegna del Totila d’oro a Marco Paolini, Mario Brunello e Andrea Marcon abbiamo riaffermato la volontà di rendere questo luogo di provocazione dell’animo un luogo fortemente identitario della nostra comunità. Il teatro è la casa della cultura, della cultura popolare, cultura come bene comune. Un ritorno quello dei trevigiani eccellenti previsto anche nel dossier illustrato questa mattina in commissione“.

Di qui la proposta del sindaco di creare una fondazione di comunità che preveda la partecipazione concerta dei cittadini nella gestione del Teatro comunale: “La fondazione di comunità spiega il sindaco prevede che chi arriva per ultimo abbia gli stessi diritti degli altri. Non c’è dunque una differenza di status data dall’ingresso – ha detto il sindaco di Treviso Manildo – Anche i cittadini possono entrare con una partecipazione minima che va da 1 a 100 euro, ognuno in base alla proprietà possibilità. Il progetto parte dalla considerazione che il teatro e la sua produzione sono dei beni comuni e come tali vanno gestiti“.
Ma perché Treviso dovrebbe diventare capitale della cultura? Tra le motivazioni contenute nel dossier illustrato alla commissione la sinergia tra il pubblico e il privato come motore di sviluppo. “Basti pensare che gruppi di cinesi vengono a Treviso per visitare gruppi simbolo come Benetton e Pinarello“.
Al centro del dossier il progetto Persona 2020, un’app attraverso la quale ogni turista potrà trasformare il proprio viaggio a Treviso in un’esperienza fatta su misura. Tramite l’app ogni turista in base ai propri interessi potrà trovare e scegliere le opportunità fornite dalla città.

Treviso con questa candidatura ha voluto imboccare una strada nuova, di maggiore apertura. Non a caso il nostro brand è Treviso is open, Treviso è aperta. Non è un caso che a questo progetto abbiano aderito esponenti del nostro tessuto imprenditoriale“.  Apertura e capacità ricettiva Treviso le ha già dimostrate di recente in occasione di due grandi eventi la mostra Storie dell’Impressionismo che ha portato oltre 337 mila visitatori, la più visitata d’Italia, e l’Adunata Alpina che ha portato in città oltre 600mila persone. La prossima occasione sarà l’esposizione su Rodin che verrà inaugurata a febbraio.