EditorialeProfughiAccogliere i profughi in piccoli gruppi. Questo l’appello lanciato ieri dal Prefetto di Venezia Domenico Cuttaia dopo l’aggiornamento delle quote di immigrati destinati ai territori fatto dal ministero dell’Interno. “A seguito dei continui sbarchi di migranti sulle coste dell’Italia meridionale – si legge nel comunicato – il Viminale ha adeguato in aumento la quota di migranti spettante al territorio veneto, portandola da 5.002 a 5.724 unità. Tenuto conto che sul territorio, ad oggi, sono ospitati 3.943 migranti, è quindi necessario disporre di ulteriori 1.781 posti, da ripartire tra le diverse province”. Da qui l’esigenza di individuare soluzioni di accoglienza, date le ormai note difficoltà.

“Si richiama nuovamente – si legge ancora – l’attenzione dei sindaci dei Comuni il cui territorio non ospita al momento alcun migrante sulla necessità di individuare possibilità alloggiative per una provvisoria sistemazione di persone, per piccoli gruppi. Appare evidente infatti la distonia tra Comuni che non hanno alcun profugo e Comuni che hanno dovuto per così dire “subire“ un numero di migranti nettamente superiore alla quota loro spettante. Lo spirito di impegno unitario tra sindaci dovrebbe prevalere e consentire un’equa distribuzione di migranti”.

Ma la richiesta di accoglienza si allarga anche alle strutture ecclesiastiche, al mondo del volontariato, ai privati. “A fronte di soluzioni di estrema urgenza, attualmente al vaglio, che finirebbero per ripercuotersi negativamente sulla comunità dei cittadini – prosegue il comunicato – si rivolge un caloroso appello alle parrocchie e agli organismi di solidarietà di ispirazione cattolica, sulla scorta della disponibilità all’accoglienza a suo tempo manifestata dai vescovi, affinché ospitino piccoli gruppi di due, tre, quattro persone, per il tempo strettamente necessario all’allestimento degli hub regionali, significando al riguardo che tutte le spese e gli oneri di utilizzo saranno rimborsati. Analogo invito si rivolge alle altre organizzazioni umanitarie, anche di stampo laico e non religioso, nonché ai privati, sia soggetti collettivi (società, imprese, ecc.) che singoli, di voler mettere a disposizione degli organismi di solidarietà sociale locali, edifici, aree. Le disponibilità offerte saranno regolarmente compensate economicamente sulla base degli accordi con i suddetti organismi”.