L’ipotesi della moschea a Treviso è rimasta sulla carta solo per una giornata. Ma il montare delle proteste alla sola idea di radunare in un luogo, pagato dal comune, il culto musulmano, ha fatto retrocedere la giunta. Il sindaco Giovanni Manildo ha di fatto bocciato l’idea. Ribadendo che non è nell’agenda dell’amministrazione.

Insomma niente moschea a Treviso. Manildo lo ha persino scritto sul suo profilo Facebook personale.  “Mi meraviglia molto quanto riportato mercoledì dalla stampa locale. La creazione di una moschea non è prevista e non è nell’agenda politica di questa amministrazione. È chiaro il tentativo di qualcuno che, sentendosi già in campagna elettorale, ha voluto agitare fantasmi” ha infatti scritto il primo cittadino.

Pure l’assessore Paolo Camolei, per l’associazione ‘Treviso E”, ha voluto ribadire.: “Ha fatto bene il sindaco Giovanni Manildo a smentire la notizia sulla possibilità futura di costruire una moschea a Treviso. La realizzazione di una moschea a Treviso non è nel programma di questa amministrazione, non è tra le intenzioni degli amministratori. Non ce ne sono le condizioni”.

Dura la reazione del comitato “Prima i Trevigiani“: “Apprendiamo dalla stampa locale che, dopo numerose pressioni della comunità mussulmana, verrà discussa, nella specifica commissione, la proposta di inserire nel piano degli interventi una norma per consentire, in futuro, la creazione di luoghi di culto non cristiani. In poche parole la realizzazione di una moschea. Il Comitato Prima i Trevigiani non può astenersi da esprimere la propria contrarietà in merito alla questione, facendosi portavoce di molti cittadini trevigiani che, già in passato, avevano manifestato tale dissenso. La presa di posizione del nostro comitato di cittadini non vuole essere una limitazione al diritto di culto, peraltro liberamente esercitabile nel privato, ma è volta a mettere alla luce una serie di conseguenze collaterali alla realizzazione del progetto”.

“In primo luogo – continuano gli esponenti del comitato – riteniamo pericoloso, per la sicurezza della città, la concessione di uno spazio dove, come già successo in altre città, sia italiane che europee, è molto facile fare proselitismo a favore del terrorismo islamico, in un momento storico molto delicato, proprio quando l’Italia è stata dichiarata come il prossimo obiettivo dell’ISIS. Il progetto del sindaco Manildo, già dimostratosi fallimentare dopo i più o meno recenti fatti di cronaca, di rendere Treviso un ‘città inclusiva’, puntando quindi sull’integrazione, rischia di ricevere il colpo di grazia proprio con questa iniziativa. Il motivo? Semplice: la costruzione di una moschea a Treviso non farà altro che ghettizzare maggiormente la comunità islamica, già di per sé molto restia all’integrazione,  creando sulla nostra amata città un polo di attrazione per altri individui mussulmani, che incrementeranno a dismisura la loro comunità, portandola, oltre ad avere sempre più potere, ad essere più difficile da controllare”.

“Gli esempi in altre città di come una moschea possa stravolgere gli equilibri di un quartiere non mancano – sottolinea il gruppo Prima i Trevigiani – Gli italiani si sposteranno, i prezzi degli immobili e dei rispettivi affitti crolleranno attirando sempre più stranieri poco abbienti, si creerà un vero e proprio ghetto dove il degrado dilagherà innescando un circolo vizioso che difficilmente potremmo arrestare. Il Comitato Prima i Trevigiani, non potendo, purtroppo, confidare nel buon senso della giunta, promette di contrastare in tutti i modi la concessioni di spazi da adibire a moschea e chiede il supporto a tutti quei cittadini che voglio preservare il decoro e la bellezza di Treviso”.