Niente da dire. La superband leccese fa il sold out anche a Conegliano.

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Alla ripresa del tour, spettatori da tutta Italia per vedere Giuliano Sangiorgi & Co. che, tra grafiche a metà tra il presente e il futuro, fanno ballare e cantare migliaia di persone.

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Forse l’album più intimo e vicino al loro cuore “La rivoluzione sta arrivando”. Il nuovo disco, che è stato registrato tra Milano, Madrid, Nashville e New York, a detta di Giuliano Sangiorgi, il frontman del gruppo, è un elogio delle “piccole rivoluzioni che ognuno di noi può fare ogni giorno”. L’album annovera il pezzo “Lo sai da qui”, scritto da Sangiorgi tre anni fa, dopo la morte del padre.

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Il titolo del nuovo album, “La rivoluzione sta arrivando”, può sembrare a prima vista esagerato o presuntuoso, ma in realtà, secondo le stesse parole di Giuliano Sangiorgi, allude a “piccole rivoluzioni e mette l’uomo e la vita al centro di tutto, ricercando anche un sound diretto, quasi vintage”. Questo nuovo lavoro della band salentina è stato prodotto ed arrangiato autonomamente, con il contributo del coproduttore Taketo Gohara e il missaggio di Jacquire King, fonico dei Kings of Leon. Le canzoni, che sono state registrate in vari luoghi, mantengono un delicato ed omogeneo equilibrio sonoro e tornano un po’ alle origini del sound della band.P1014675    P1014691

Tutti i componenti della band sono concordi nel dire che questo ultimo lavoro “non è un traguardo, ma un ritorno alle origini del gruppo”. Molte canzoni di questo album sono ovviamente frutto di esperienze di vita vissuta e sono anche curate e regalate all’ascoltatore con una sensibilità e una maturità del tutto nuove. E lo stesso Sangiorgi, sempre a proposito del titolo dell’album e del suo significato, aggiunge che “la vera rivoluzione è interiore, è quella che ti cambia la vita e ti fa apprezzare le piccole cose”. P1014898

Per il resto è solo spettacolo; con Giuliano “animale da palco” che non si concede un minuto di tregua se non per cambiarsi la giacca e girare il microfono verso il pubblico per incitare cori e controcanti. Il leader della band non smette di sottolineare il suo amore per il Veneto e concede addirittura tre bis con il pubblico che non vuole saperne di tornare a casa. Tre ore di concerto in cui ogni canzone è diversa dall’album, riarrangiata (alcune anche in versione quasi jazz o unplugged) quasi da sembrare una nuova traccia. Si parte con “Sei tu la mia città” coperti da un telo dove viene proiettato il loro sottomarino spaziale in versione cartone animato che, dalle profondità dell’Universo, si tuffa nel mare di una skyline vagamente newyorkese per portare la sua “rivoluzione”. P1014722 P1014762 P1014826

Tra classici e le 12 canzoni dell’ultimo lavoro non c’è tempo per annoiarsi; solo per restare estasiati da una delle più belle voci maschili del panorama italiano e da una grafica che coinvolge lo spettatore e lo proietta dentro un mondo dove “Le case aprono le gambe agli sconosciuti e le chiese sono bocche di donne con i fucili appesi o le fabbriche sono vecchi indiani che fanno segni”, dove i Negramaro “proteggono i loro fan in ogni istante ad ogni costo anche dovessero fare a pezzi un drago, il mondo e tutto il resto” perché, in fin dei conti, tutti noi siamo “la fine di ogni limite che superiamo”.
Arrivederci Conegliano!

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Gian Nicola Pittalis

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