Partire dalle eccellenze estere, tanto quelle divenute realtà o quanto quelle ancora in corso d’opera, per avere finalmente un’idea precisa secondo cui declinare il futuro di quell’enorme incognita che resta tutt’ora Porto Marghera con la sua area industriale: è questo il dichiarato scopo di “Reporting from Marghera and other waterfront”, progetto speciale della 15esima Biennale internazionale di Architettura che ha trovato spazio proprio nella selvaggia e affascinante cornice di Forte Marghera, in un padiglione a pochi passi dalla pittoresca baia.
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La mostra si articola in tre sale, tracciando un percorso ideale suggerito anche dalla pavimentazione colorata che inizia con i progetti di rinascita portuale realizzati all’estero a partire dagli anni ’70 e già conclusi, quali Rotterdam, Marsiglia o Londra, prosegue attraversando le realtà straniere ancora in fase di completamento come Oslo o Santander e termina tornando a guardare in direzione dell’Italia, con il porto di Napoli e, ovviamente, il waterfront della città giardino. “Si è cercato di individuare i punti forti di ciascuna esperienza (visione, processi, comunità, ambiente, qualità e innovazione) per poi trovarvi un’applicazione nei due scenari nostrani” ha spiegato Stefano Recalcati, curatore dell’esposizione; “Si vuole offrire alla città un’occasione di riflessione sul tema – ha spiegato il giorno dell’inaugurazione Paolo Baratta, presidente della Biennale di Venezia – ma anche un luogo per il confronto, una piattaforma per continuare a discutere anche nei mesi che seguiranno l’esposizione, al servizio dei tutti”.
La mostra, in poco più di un mese, non ha mancato di registrare numeri alquanto positivi ed ha finito anche per fornire importanti spunti ai ragazzi dello Iuav, che quest’anno nei tradizionali workshop estivi hanno dovuto elaborare proprio scenari futuri per l’area produttiva veneziana e che quindi hanno utilizzato il padiglione del Forte come punto di partenza per i loro progetti ma anche per avviare la discussione con gli architetti ospiti che li hanno seguiti.
Giacomo Costa
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