“Vivere a Venezia, o semplicemente visitarla, significa in­­na­morarsene e nel cuore non resta più posto per altro” aveva con­fessato una volta Peggy Guggenheim. [s2If !current_user_can(access_s2member_level1)] …READ MORE[/s2If][s2If current_user_can(access_s2member_level1)]

Dopo aver ac­quistato centinaia di opere d’arte per le sue collezioni, acquisterà nel 1949 palazzo Venier dei Leoni sul Canal Gran­de a Ve­ne­­zia, dove trascorrerà gli ultimi tren­t’anni della sua esistenza e dove morirà. Le sue ceneri so­no conservate nel giardino del palazzo, divenuto, dopo la sua morte, la sede della “Collezione Peggy Guggenheim”.

Ve­nezia ha voluto ricordare la sua ultima “do­ga­res­sa” con una mostra in occasione del cinquecentesimo an­ni­ver­sa­rio della creazione del Ghetto. Una mostra, tuttavia, non di dipinti e sculture ma di fotografie, realizzate da pre­sti­­giosi maestri dell’obbiettivo.

L’esposizione, dal titolo “Peggy Guggenheim in Photographs”, è aper­ta fino al 27 novembre 2016 in Campo del Ghetto Nuovo nel­la “Ikona Gallery” di Ziva Kraus, che è anche cu­ra­tri­ce della rassegna.

La mostra racconta “per immagini” la vita di questa stra­or­di­naria mecenate d’arte, sof­­fer­man­do­si sui traguardi più significativi della sua stre­pitosa av­ventura di colle­zio­ni­sta. Illuminante in tal senso la foto di Hermann Landshoff, che ritrae  Peggy nel 1942 nel­la sua dimora di New York con un gruppo d’artisti, fra cui Duchamp, Mondrian, Max Ernst, Ozen­fant, Breton e Léger. È l’anno in cui inaugura a New York la galleria-museo “Art of this Century” con opere d’ar­te cubista, astratta e surrealista (si veda anche la foto di Be­renice Abbott, che raffigura l’interno della mitica gal­le­ria).

La mostra si apre con il celebre ritratto di Peggy eseguito da Man Ray nel 1924. Essere fotografati allora da Man Ray, vo­leva dire essere qualcuno. Peggy, in Francia da appena tre an­ni, evidentemente figurava già tra i protagonisti del­l’élite culturale americana a Parigi. In questa foto in­dos­sa un abito di seta intessuto d’oro di Poiret e un co­pri­ca­po di Vera Stravinsky. Una delle ultime foto, di Stefan Mo­ses, è del 1974. Ritrae Peggy, ormai settantaseienne, nel­la sua gondola con due dei suoi piccoli cani e i famosi oc­chia­li da sole a forma di farfalla. Morirà cinque anni dopo.

                                             Aldo Andreolo

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