EditorialeSbornia elettorale archiviata. Bancarotta della Grecia scongiurata. Omicidi irrisolti che oramai sembrano lontani nel tempo. Anche l’andare e il venire dei migranti perde appeal. È estate e l’unica cosa che ormai interessa ai più sono le tanto agognate ferie. Un periodo di strameritato riposo, lontano dallo stress e dal lavoro. Il conto alla rovescia è scattato già alla metà di giugno, alla chiusura delle scuole.

Andare in vacanza, però, non significa mandare in vacanza il cervello. Se, sotto l’ombrellone, la mente può restare allenata con una settimana enigmistica e un buon libro, prima di partire meglio sapere quali sono i paesi più a rischio. E scegliere la meta in modo cosciente. Perché altrimenti può capitare, come di recente in Tunisia, di fare il bagno in un’acqua cristallina mentre un pazzo con il kalashnikov fa strage sulla spiaggia.

In tempi di terrorismo globale, nessun posto è davvero sicuro. Ma con un po’ di accortezza qualche brutta sorpresa si può evitare. Una particolare classifica è il Global Peace Index, stilato dall’Istituto per l’economia e la pace australiano. Un indice che mette in fila le statistiche sul crimine, studia le relazioni internazionali, l’operato dei vari governi, l’accoglienza e il rischio attentati.Editoriale2

Così si scopre che nel 2014 il paese più sicuro al mondo è stato l’Islanda: non proprio sole e mare, insomma, ma pazienza. A ruota seguono Danimarca, Austria, Nuova Zelanda, Svizzera, Finlandia, Canada, Giappone, Australia e Repubblica Ceca. Il vecchio continente si conferma, tutto sommato, sicuro, una delle regioni più pacifiche: ben 15 tra i 20 paesi senza conflitti sono europei. L’Italia si piazza solo al 34esimo posto, su 162 nazioni, tra Malesia e Romania.

Di questi tempi, secondo l’indice e secondo il buon senso, meglio scordarsi avventure in Siria, Iraq, Afghanistan, Sud Sudan, Repubblica Centro Africana e Somalia, paesi lacerati da conflitti bellici e tensioni sociali.

Qualsiasi, comunque, sia la destinazione scelta, un altro passo prima di partire: fate un salto sul sito dell’Unità di crisi della Farnesina e registrate il vostro viaggio. Può sembrare una violazione della privacy. Ma è una violazione che, in caso di pericolo, può salvarvi la vita.

Chiara Semenzato

Per saperne di più: www.visionofhumanity.org e www.viaggiaresicuri.it