Federconsumo denuncia. “I piccoli negozi non devono morire. Stop al proliferare dei grandi centri commerciali che uccidono il piccolo commercio e la sopravvivenza stessa delle città e dei centri storici”. Leader nel con sumo del territorio a favore dei centri di grande distribuzione è la Marca trevigiana , che da tempo ha superato di gran lunga la superficie pro capite per abitante. Federconsumo chiede ai sindaci che gli oneri di urbanizzazione non abbiano la meglio sui piccoli negozi di vicinato, veri e propri servizi sociali per i più deboli, le fasce degli anziani in particolare, che spesso con difficoltà possono raggiungere i centri commerciali. “Federconsumo – ramo di Confcooperative Veneto che segue il commercio al consumo da tempo sostiene a gran voce le ragioni dei piccoli negozi di vicinato, siano essi a gestione familiare o Cooperativa. A parlare è Marcello Criveller presidente di Federconsumo Veneto. 


Nei giorni scorsi Ascom – spiega Criveller – ha diffuso dati allarmanti sul fenomeno dei nuovi parchi commerciali. A parole i vertigini regionali e provinciali hanno sempre spergiurato che bastava, avendo già oltre 811 mq. di superficie di vendita su 1000 abitanti.

Un numero questo già ben oltre la media nazionale , solo nell’area trevigiana, senza contare ciò che succede nell’area metropolitana Venezia/Padova, la cui concentrazione è anche li molto elevata.
Nel trevigiano sono previsti altri 11 mega realtà commerciali per un totale di 222 mila mq. Sui 309.000 esistenti. Una follia”

E ancora il Presidente Criveller.
Ascom striglia i Sindaci che al solito paiono “ingolositi” dagli oneri di urbanizzazione che significano cassa e soldi per le amministrazioni. Ma si tratta di una carezza rispetto alla gravità di quanto sta succedendo.
Guarda caso è ciò che denunciamo inascoltati da anni. E chiediamo risposte sia alla regione che alle singole province che non sono però ancora arrivate.”

Stiamo parlando – conclude Criveller – della difesa di piccoli negozi che sono autentici servizi sociali per molte persone, le più deboli, e di azione a sostegno delle piccole realtà che sono l’ultimo baluardo di tanti piccoli paesi di montagna. Non è possibile che prevalga la logica di quattro soldi nelle casse comunali a scapito del sacrifico di chi non può difendersi”