Quando la foto può anche essere “ascoltata”. A Piola, storica metà culturale di Treviso (via Carlo Alberto, 11) e avanguardia delle contaminazioni artistiche, va in scena da domani la mostra di Marco Zambon “Strobo – Musica per fotogrammi”, un’originale esposizione che coniuga le due passioni – la fotografia e la musica – del video maker veneziano.

Guardando le dieci immagini realizzate da Zambon, sembra di “sentire” anche gli accordi degli strumenti musicali. Dieci scatti che condensano una serie di istanti legati ai gesti della musica in immagini uniche. In due dimensioni trovano spazio la suggestione di un accordo di violoncello, le note volanti di un pianoforte, lo scratch ruvido di un piatto e della dj che lo suona.Strobo_2

La foto emerge da un denso fondo nero stampato su lastre di ferro zincato mediante un procedimento artigianale unico; gli scatti della serie Strobo sono micro storie che affiorano dal nulla. La vibrazione del colpo di bacchetta sul piatto si scompone in un reiterato segno fotografico; la batterista doom si trasforma in una dea Kalì contemporanea in tacchi a spillo.

La suggestione è quella del Balla futurista e del suo bassotto, di qualche fotografo visionario che nel secondo dopoguerra usa la strobo photograpy per catturare l’impossibile: l’arabesque di una ballerina classica, il volo del salto in alto, il giavellotto che percorre il suo arco.

Zambon nasce come esperto del suono, fonico e backliner. Classe 1980, ha lavorato con Franco Battiato, Lorenzo Cherubini, Cesare Cremonini, Elisa, Ivano Fossati, Laura Pausini, e Salmo, per citarne alcuni. Attualmente, lavora come fotografo, video maker e stage manager.