Continua la bagare in Comune sul referendumo. Ieri, infatti, in consiglio polemica per l’assenza di indipendentisti e Movimento per l’Autonomia di Mestre.

«Lasciamo ad altri, assessori e consiglieri, che il 9 giugno hanno negato la parola al Movimento Autonomia, la visibilità che ricercano, discutendo tra loro di 3, 4, 5 Comuni per fare propaganda e polemiche alle spalle dei cittadini, eccedendo le proprie competenze» ha detto Stefano Chiaromanni portavoce del movimento.

«La maggioranza della popolazione, stanca di un Comune immobile da decenni, non fa proteste clamorose ma sta con noi e ne rivendichiamo la rappresentanza. Abbiamo sempre sostenuto coerentemente l’autonomia dei due Comuni all’interno della Città metropolitana, prima chiedendo l’applicazione delle leggi spending review-Delrio e poi con l’iniziativa popolare. Alla giunta fa forse comodo individuare il “nemico” in due persone, Sitran e Bellati, ma il Movimento Autonomia di Mestre ha raccolto 9000 firme, di cui 7000 a Mestre».

Prossimo appuntamento domani con Vincenzo Conte (Pd), Davide Scano (M5s), Danilo Angiolini e Roberto Lazzaretti (La Destra). Insomma, sembra che la divisione più che nel Comune sia nella maggioranza. Due soli voti contrari, ieri mattina in Consiglio comunale, sulla delibera della giunta Brugnaro. Portano la firma dei due consiglieri leghisti Giovanni Giusto e Silvana Tosi (Lega). Quest’ultima ha anche accusato il sindaco di «non avere rispettato l’accordo firmato in campagna elettorale».

Frattura anche nella lista del sindaco, e in Forza Italia. Alla fine il voto, scontato: 23 i favorevoli, 5 astenuti (Pd e Lista Casson) e 3 non partecipanti al voto. Opposizioni all’attacco allora. «Noi siamo per far esprimere i cittadini», dice Elena La Rocca (M5s). Nicola Pellicani spiega che la separazione cozza contro la legge Delrio, Andrea Ferrazzi accusa il sindaco di avere affossato la Città metropolitana. Davide Scano attacca Brugnaro: «Non ha fatto niente sul moto ondoso, i flussi turistici, i plateatici». Diventa il caos ma poi entra in aula Brugnaro. «Signora della Lega, io ho fatto il patto con Bellati, gli avevo proposto di fare il vicesindaco ma lui non ha voluto dicendo che non gli conveniva economicamente. Non sono contrario al referendum, ma la legge va rispettata. Vent’anni fa ero anch’io per la separazione, il mondo è cambiato». Poi ne ha per i grillini «Visto come funziona la macchina del fango a Roma?». Difendono sindaco e delibera il capogruppo Maurizio Crovato, i consiglieri Pea, Formenti, Onisto e Centenaro. Contro, Sambo (Pd), Visma (M5s), Fiano (Lista Casson). Alla fine, il voto. Contro la separazione maggioranza ampia.

Gian Nicola Pittalis

Brugnaro