La brama di momenti di leggerezza low cost è costata molto cara al trevigiano L.B., sovrintendente 52enne della Polizia di Stato e capo pattuglia della squadra volante di Treviso, che ci ha rimesso la carriera. Finito sotto inchiesta nell’aprile del 2013 per concussione, favoreggiamento della prostituzione e rivelazione di segreto d’ufficio, è stato ora destituito. Tutto è cominciato con un’indagine sullo sfruttamento di alcune prostitute provenienti dall’Europa dell’est che esercitavano sul Terraglio a Mestre. Durante la stessa sono emersi dei forti legami tra una ragazza ungherese, accusata di avviare alla prostituzione ragazze giovani appena arrivate dall’Est, ed il sovrintendente. I due sono stati così tenuti sotto stretta osservazione ed intercettati. Durante le telefonate la donna è risultata stranamente al corrente degli spostamenti della polizia, tanto che la polizia l’ha sentita raccontare al marito e protettore che «il poliziotto le ha consigliato di non uscire a lavorare perché dalle 21 alle 4 ci sarà la polizia che porterà dentro le ragazze che lavorano sulla strada». Secondo la procura veneziana, il sovrintendente trevigiano «in cambio di favori sessuali gratuiti, forniva tempestivo e puntuale avviso di tempi e modi dei controlli delle forze dell’ordine nella zona Terraglio tra Venezia e Treviso». Scopo delle rivelazioni quindi l’ottenimento di momenti d’ebbrezza senza tirare fuori un euro. Arrestata però, la donna ha definitivamente rovinato il poliziotto, confermando tutte le accuse nei suoi confronti e facendo emergere che i pagamenti in natura L.B. li aveva ottenuti anche in orario di servizio e talvolta a bordo della volante. Per evitare poi di essere intercettato, senza riuscirci, il poliziotto avrebbe utilizzato il telefono del sindacato di polizia per comunicare con la lucciola. La conclusione? Un patteggiamento a due anni e due mesi di reclusione e la notifica della destituzione dal ruolo in Polizia.