«Siamo noi veneti i cinesi d’Europa per questo chiediamo superammortamenti per chi investe». Per Luca Zaia, dunque, l’economia veneta, specie quella delle piccole e medie imprese, è pronta per la ripresa. Ma attenzione – avvertono gli imprenditori riuniti alla Nice di Oderzo per la terza tappa del “Viaggio nell’Italia che innova”, promosso dal Sole 24 ore, – non si può ripartire dal tradizionale “piccolo è bello”. «Le aziende di tutti i settori sono oggi rivoluzionate, o lo saranno a breve, dall’innovazione, non a caso definita “disruptive”» ha messo le mani avanti Donato Iacovone, ad di EY in Italia.

 

L’osservatorio

L’Osservatorio Innovazione Ey (Ernst Young) – Confindustria evidenzia un ottimo posizionamento del Veneto sia in termini di potenzialità che di innovazione digitale, posizionandolo tra le prime 4 regioni italiane, mentre il livello di innovazione delle imprese è ancora indietro rispetto ad altre parti d’Italia. Nel Veneto – ha riferito ancora Iacovone – troviamo storie interessanti che dimostrano una capacità di crescita (punteggio Osservatorio 83,1 su 100) e attrattività (83,7 su 100), grazie in particolare a fattori quali la qualità del capitale umano e all’impegno delle istituzioni. Ma su quali fattori insistere per superare il gap che resta, specie nella prospettiva di Industria 4.0? «Se individuiamo i beni funzionali a Industria 4.0 perché non prevedere dei coefficienti fiscali di ammortamento adeguati, che consentano il recupero del loro costo in tempi brevi?» si è chiesto Alberto Baban, presidente delle Pmi di Confindustria «se il “Superammortamento al 140%” si è rivelato fondamentale per rilanciare gli investimenti in impianti e macchinari (incentivo che ci auspichiamo venga prorogato per tutto il 2017) perché non prevedere anche un “Superammortamento al 300%” per i beni funzionali a Industria 4.0?».

 

Il parere di Carlo Calenda

Il convegno è proseguito per una giornata ed è stato concluso da un’intervista videoregistrata del ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda e del presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia. Ma non è mancato il giallo. Al convegno non erano presenti tutti i dirigenti delle Territoriali di Confindustria, in particolare mancava Cristina Piovesana, presidente di Treviso. Un’assenza notata anche da Boccia. «Piovesana non c’è? Non è una domanda che dovete fare a me – ha obiettato ai giornalisti Boccia – in verità in Confederazione c’è molta compattezza, come ha dimostrato il voto sul referendum». Lauro Buoro, numero uno della Nice, è rimasto anche lui sorpreso. «Queste assenze proprio non me le so spiegare. Eletto il presidente, dovremmo marciare tutti uniti». Buoro, invece, ha eccepito sui lavori. «Si sarebbero dovuti invitare soprattutto i giovani se vogliamo puntare all’Industria 4.0. La verità è che oggi non siamo neppure all’Industria 2.0». Gli ostacoli all’innovazione sono, per Boccia, «una politica fiscale che dovrebbe essere, a nostro avviso, una politica per l’offerta, cioè aziende più competitive per permettere loro di vendere beni e servizi nel mondo e quindi riattivare il circolo virtuoso».

Gian Nicola Pittalis

Cattura