Per un attimo molti sono tornati con la mente alla tragedia dell’11 settembre. Parigi ha subito un assalto terroristico da parte dell’Isis, la nuova forza nera che si nasconde dietro il Corano, usando il testo sacro come giustificazione per una “jihad” contro gli infedeli occidentali. Peccato che questo termine non esista nel testo sacro musulmano che, anzi, condanna tali comportamenti. Intanto Parigi piange i suoi morti. Si parla finora di 127 vittime tra il caffè, la sala concerto e lo stadio. Il Teatro Bataclan e lo Stade de France i simboli della tragedia. Sei degli attentatori erano kamikaze. L’Isis rivendica il vile attentato attraverso i social mentre la Francia risponde dicendo che continuerà ad avere le porte aperte per gli immigrati. Chi ha compiuto gli attentati non era “straniero” ma cittadino francese, non poteva essere monitorato 24h su 24h. Sono le cosiddette cellule dormienti. La risposta dell’Isis ai pesanti bombardamenti in Siria mentre l’Isis sembra perdere terreno e risponde con l’arma degli attacchi terroristici. Non si tratta di una vera guerra (esercito come esercito) ma di fanatici pronti a farsi esplodere armati solo di granate e fucili. Ma oggi le considerazioni sono inutili. Si piangono i morti e si vive nell’incubo del “day after” di una notte di guerriglia urbana. Non importa colpire un esercito ma fare il più alto numero di vittime tra i civili. Al Quaeda aveva aperto la strada a questa “strategia del terrore”.

Gian Nicola Pittalis

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