Era stato inaugurato con grande enfasi un paio di mesi fa, in estate il nuovo sottopasso della tangenziale di Treviso come proseguimento della Treviso – Ostiglia, la lunga pista ciclabile che porta da Treviso al mantovano e sale sul tracciato della vecchia ferrovia.

Ma da alcuni giorni il cantiere è bloccato per il rinvenimento nel sottosuolo, a San Giuseppe, di materiali non meglio precisati, forse scarti industriali o fanghi neri, tutti materiali raccolti dall’Arpav per essere esaminati. I lavori sono fermi da un mese e mezzo nel cantiere di proprietà delle Infrastrutture della Regione Veneto, che insiste sui confini dei terreni di proprietà del Parco del Sile per soli 70o metri nella parte tra Quinto e Treviso. La Treviso Ostiglia all’interno del comune di Treviso è lunga solo otto chilometri e si sta lavorando per fare il collegamento al centro città.

L’area incriminata, un tempo proprietà delle Ferrovie dello Stato ed ora della Regione, si trova a ridosso del Cerd e li sotto vi hanno trovati materiali inquinanti. Il sindaco Giovanni Manildo si informerà presso la Regione sull’esito delle analisi condotte sui ritrovamenti dall’Arpav. Qualcuno parla di rischio di contaminazione del terreno ma soprattutto della sottostante falda. Per il primo cittadino si tratta di una vera sorpresa in negativo. E parla di preoccupazione per la salute dei cittadini di Treviso. Il cantiere dell’ultimo miglio della Treviso-Ostiglia è fermo da alcune settimane. Da quando sono partiti due mesi fa i lavori a San Giuseppe, l’impresa Brussi, all’incrocio fra viale Serenissima e la vecchia ferrovia, sui terrapieni vicini all’area a ridosso della Dogana e del Cerd, ha trovato di tutto. C’è stata già una prima sospensione del cantiere; che poi è ripartito per essere nuovamente bloccato all’inizio della scorsa settimana. Pare che l’Arpav, intervenuta sul posto con i suoi tecnici, abbia trovato sostanze inquinanti: qualcuno parla di smaltimenti abusivi di scarti industriali, metalli e residui di lavorazione di fonderie o di aziende metalmeccaniche, altri di fanghi neri.

Oggi sarebbero dovuti terminare i lavori della Treviso-Ostiglia come promesso da Enrico Specchio, responsabile del progetto, dopo 115 giorni di ritardo sui tempi. Nell’area con i lavori sospesi, qualsiasi rifiuto interrato può contaminare facilmente la falda acquifera che li si trova appena a uno due metri di profondità sotto il livello del piano campagna. Ormai il Veneto è disseminato un po’ dappertutto di rifiuti smaltiti abusivamente, per la maggior parte interrati. Il sistema Veneto dei rifiuti smaltiti sotto le strade o sotto terra, spiegano gli ambientalisti, avrà fatto risparmiare molti quattrini in smaltimenti, consentendo a più di qualcuno di conseguire ricchezze insperate. Ma con questo contaminando generazioni di gente venete ammalate di tumori.