Iniziati i lavori per l’ultimo tratto della Treviso – Ostiglia. Questione di qualche giorno e il cantiere in azione permetterà di completare i due chilometri e seicento metri del tratto mancante, su un totale di 52 chilometri. A battezzare l’opera il presidente del Veneto Luca Zaia salito sulla ruspa nel ruolo di manovratore. Il percorso da attrezzare misura 2,6 km, porterà al centro storico di Treviso. Dal centro cittadino poi si arriverà alla Restera. E lungo la Restera, pedalando sulla Greenway, sino al mare. E volendo, lungo di ciclabili, persino al grande fiume Po. Oppure salendo verso le colline, affacciarsi verso il Nord Europa. Il tutto in una grande rete di piste ciclabili per un turismo sostenibile ed ecologico. L’inaugurazione è stata fatta nei giorni scorsi all’intersezione fra via dell’Aeroporto e strada di Boiago, al confine di Quinto dove per anni è morto terminava il percorso trevigiano della ciclabile. Il tratto che verrà completato dall’intervento coincide con il sedime della vecchia linea ferroviaria, creata per scopi bellici ai primi del Novecento.

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Ci saranno tre opere di raccordo: un sottopasso di 34 metri sulla Postumia, un secondo sottopasso di 22 metri su viale della Serenissima all’ altezza della Treviso Servizi e una passerella di 20 metri per superare via Paludetti. Con Rfi, Parco Sile e Comune di Treviso è stato sottoscritto un contratto di comodato. I lavori dureranno 115 giorni, inaugurazione a fine agosto.  L’importo, coperto interamente dalla Regione, è di 1,1 milioni di euro. «Il completamento dell’Ostiglia è qualcosa di straordinario», commenta Zaia. Anche l’Ostiglia s’inserisce «nella Grande Greenway veneta varata da una delibera del 2015 con investimenti da 15 milioni di euro: 550 km da percorrere a piedi o in bici e 250 km via acqua. E, spingendosi oltre, nel progetto VenTo, che coinvolge le regioni bagnate dal Po: 690 km di ciclabili, di cui 150 in Veneto». Dal Mantovano al Veneziano, con ramificazioni sul Delta del Po. Ma anche un sguardo all’Europa, in un periodo storico che ha trasformato la bici in status symbol e la pista ciclabile, ancora di salvezza da smog e stress cittadino.