Il progetto trevigiano Riso e Caffè cresce giorno dopo giorno, a febbraio ospiterà Patrizia Mirigliani patron di Miss Italia.

La community dedicata alle donne nasce da un sogno di Linda Collini, attrice e presentatrice trevigiana d’adozione, e dall’esperienza nella comunicazione di Luca Marton titolare dell’agenzia To Be Plus.

RC-05Riso e Caffè è un tavolo di discussione, un sano confronto su argomenti di attualità, cultura, tendenze, vita di tutti i giorni. Linda Collini affiancata da una guest blog, raccontano il loro pensiero su un tema specifico, le donne, iscritte alla community, condividono le loro opinioni o esperienze dando così vita ad una vera e propria discussione. Iscriversi alla community è facilissimo basta registrarsi su www.risoecaffe.com.

Ogni mese Linda ospita una nuova guest blog, a rompere il ghiaccio è stata Cristina Magoga, manager trevigiana, nel mese di gennaio il confronto ha visto come protagonista l’imprenditrice Brigitte Sardo.

In questi giorni è attesa la presentazione della nuova ospite, Patrizia Mirigliani patron di Miss Italia, oggi abbiamo avuto il piacere di incontrarla, ci ha svelato qualche anticipazione sul concorso di quest’anno e qualche indiscrezione sulla sua partecipazione a Riso e Caffè.

Ciao Patrizia, innanzitutto complimenti, grazie a te ogni edizione di Miss Italia ha sempre alla base la valorizzazione della donna, come procede l’organizzazione del concorso di quest’anno? C’è fermento per sapere quale sarà la nuova sede, ci sono novità che ci puoi svelare?

Ciao a tutta la community di Riso e Caffè e grazie a te per i complimenti!

Miss Italia al momento scalda i motori in vista dell’edizione 2017: le prime selezioni di ragazze sono già partite in diverse regioni d’Italia e la campagna di lancio sarà la più audace degli ultimi anni, un vero e proprio inno all’unicità di ogni singola donna e alle infinite sfumature della bellezza italiana contemporanea.

Per quanto riguarda la location della 78a edizione, aspetteremo ancora un altro po’ per l’annuncio ufficiale, ma posso già comunicare tutto l’entusiasmo del Concorso per un progetto che coinvolgerà ancora più da vicino i fan di Miss Italia.

Il tuo ha sempre voluto essere un concorso dedicato alle ragazze moderne, lo scorso anno hai introdotto tutte le “misure della bellezza” con le curvy, un segnale positivo entrato subito nel cuore della gente, quest’anno ci saranno novità?

L’idea di sdoganare la bellezza “formosa”, da sempre associata alle grandi dive italiane del cinema dalla fine degli anni ’40 in poi (e che avevano iniziato il loro percorso nel mondo dello spettacolo proprio con Miss Italia), sembrava inspiegabilmente un tabù, una presa di distanza da una tradizione condannata ad essere ammirata da lontano nel tempo e nello spazio, come un pezzo da museo. Nei primi anni del progetto ho dovuto vincere la diffidenza di tanti addetti ai lavori che non ritenevano le ragazze “curvy” adatte a un concorso di bellezza, ma anche quella di tante ragazze formose che – pur in presenza di un regolamento in cui non sono presenti limiti di misure – si lasciavano vincere dal pregiudizio diffuso che Miss Italia fosse un concorso riservato solo a ragazze magrissime. Pian piano ho visto però sempre più ragazze prendere coscienza della propria bellezza “morbida” e partecipare ai casting. La presenza di bellissime ragazze formose sul podio di Miss Italia è il segno tangibile di una scommessa vinta, e nei progetti per il futuro del concorso c’è trasformare questo boom del 2016 in una tradizione.

Nei piani per l’edizione 2017 c’è appunto la volontà di accentuare quanto più possibile l’idea di un “campionario” della bellezza italiana contemporanea, in cui ogni ragazza sia il più possibile unica, sia nell’aspetto esteriore che nella personalità.

È molto sentito il tema della violenza sulle donne, i fatti di cronaca dimostrano purtroppo quanto l’argomento sia attuale, secondo te è in parte sintomo della percezione esterna dell’immagine della donna e del suo ruolo nella nostra società? Miss Italia è vicina a questo tema e in che modo?

Purtroppo ritengo ci sia ancora tanta strada da fare per le donne, anche nel mondo occidentale. Ogni giorno ci viene ricordato (e forse anche un po’ “inculcato”) che siamo donne fortunate, che in altre parti del mondo il fondamentalismo religioso mortifica la donna coprendola fino all’uso del burqa, ma la nostra società ancora oggi conta i centimetri di pelle che una donna può scoprire per considerarla più o meno perbene, o magari consegna alla gogna dei media e del web le donne che decidono di affermarsi usando con disinvoltura e in modo consapevole la propria bellezza.

In prima persona ho fatto sì che il Concorso fosse anche un’occasione per portare avanti dei messaggi nel sociale: con Miss Italia ho voluto dar voce a ragazze che avevano subito violenze dal compagno o che avevano vissuto un clima intimidatorio fra le mura domestiche; con il nostro partner Equilibra abbiamo raccolto in un libro (“Scriviamo un’altra storia”) le testimonianze di uomini e donne dello sport, dell’arte e della cultura che si opponevano alla violenza sulle donne e alla disparità di genere. Nei casting curvy poi fra tante ragazze che sfidavano i pregiudizi sull’immagine del proprio corpo, facevano capolino anche storie di giovani donne che avevano vinto la loro battaglia contro i disturbi del comportamento alimentare. Non posso infine dimenticare il progetto coraggioso che ci portò alla pubblicazione di un calendario 2012 in collaborazione con ANMIL (Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi sul Lavoro) e INAIL, dove l’obiettivo di Tiziana Luxardo catturava la bellezza delle più belle miss dell’edizione 2011 accanto a quelle di donne di ogni età vittime di infortuni sul lavoro, un problema sociale che meriterebbe maggior attenzione in Italia.

Sappiamo sarai presto la nuova Guest Blog di Riso e Caffè, cosa ti ha colpito di più di questo progetto?

Il progetto di Riso e Caffè mi ha colpito subito perché riporta una necessità molto sentita fra le donne: quella del ritorno al dialogo, al confronto fra opinioni uniche e mai banali, ma sempre nel rispetto reciproco e senza i toni accesi e spesso volgari di tanti prodotti televisivi o di alcune realtà del web. Nel dialogo, quello vero, ogni interlocutore si arricchisce delle parole degli altri di cui può far tesoro accanto alle proprie; non si alzano muri fra chi esprime punti di vista differenti, ma si abbattono barriere fra universi paralleli.

Quali temi e discussioni andrebbero secondo te approfonditi su Riso e Caffè?

John F. Kennedy disse agli Americani: “Non chiedere cosa può fare il tuo Paese per te, chiedi cosa puoi fare tu per il tuo Paese”. Ecco, mi piacerebbe fossero approfondite le storie personali delle donne che ogni giorno s’impegnano in prima linea, anche con piccoli gesti, nella loro quotidianità, per rendere il proprio mondo a misura di donna, per mostrare solidarietà con l’amica, la collega, la vicina, la sorella. Abbiamo tutte bisogno di un maggior senso di amicizia e unione fra donne, ma non possiamo aspettare che sia sempre l’altra persona a compiere il primo passo, mostriamo quindi in che modo ogni giorno ci impegniamo a trasformare i nostri rapporti in alleanze sincere, senza inutili rivalità.

Sappiamo verranno organizzati anche degli eventi per rendere reale e tangibile questo progetto, Riso e Caffè vuole arrivare alle persone con un format semplice, schietto e diretto, cosa ne pensi?

Internet è un mondo che mi ha sempre affascinato per le sue potenzialità comunicative e apprezzo soprattutto le realtà che ne fanno un mezzo e non un fine. Costruire con il web ponti fra le persone e creare community per favorire anche gli incontri dal vivo trovo che sia lo spirito giusto per Riso e Caffè: il dialogo virtuale diventa anche virtuoso a contatto con il reale!

In televisione manca da tempo uno spazio interamente dedicato al sano confronto tra donne, secondo te sarebbe utile un programma con un format nuovo tutto al femminile?

Conservo un bellissimo ricordo di un programma televisivo che fino a pochi anni ospitava le confidenze del mondo femminile: Harem. Nel salotto con Catherine Spaak le donne potevano fare quello che da sempre amano di più: confrontarsi, raccontarsi e ascoltare. C’è una forte richiesta delle donne di un ritorno alla scoperta della propria emotività e di un confronto in un ambiente sano, dove non c’è la necessità di prevaricare ma di aprirsi al mondo, facendo spazio per sé e per le altre. Il mio augurio è che il format di Riso e Caffè riesca a ritagliarsi uno spazio più che meritato anche in altri media e in eventi dal vivo, affinché finalmente la voce delle donne possa farsi sentire in modo piacevole e costruttivo.