“E’ ingiusto, non so più come fare”, è l’urlo di dolore del padre di un giovane 37enne di Montebelluna affetta da autismo dopo che ha visto ridursi la borsa di lavoro da 140 a 90 euro al mese.

Il ragazzo, prima impegnato presso un museo per qualche mese viene poi lasciato a casa senza percepire nulla fino a quando in ottobre dello scorso anno viene collocato presso una cooperativa cittadina.

Oltre alla misera pensione statale di 288 euro al mese, il ragazzo avrebbe così iniziato a percepire altri 140 euro al mese di borsa di lavoro. Ma questo solo per pochi mesi perchè il 12 gennaio giunge al ragazzo una lettera dell’Usl nella quale viene informato della diminuzione della sua borsa di lavoro a 90 euro al mese.

“Con questi 90 euro al mese mio figlio non può nemmeno mangiare in mensa – ha commentato il padre del ragazzo – Devo andare io ogni mattina a portarlo al lavoro e poi ritornare per riportarlo a casa inoltre se lui volesse mangiare nella mensa della cooperativa dovrebbe pagare 5 euro spendendo di più di quanto riceva”.

L’urlo di disperazione del padre è rivolto soprattutto al futuro del figlio: “Cosa succederà a mio figlio quando io non ci sarò più? Non chiedo nulla per me, spero che si possa aiutare lui”

Matteo Venturini

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