Il presidente di Intesa Sanpaolo possibilista sulla ricapitalizzazione in vista, e Zago (grandi azionisti): «Siamo pronti a sottoscrivere il 30 %»

«Mi pare ci siano le condizioni perché l’aumento di capitale di Veneto Banca vada in porto auspicabilmente con la forza di mercato». L’ha detto Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo, capofila del consorzio di garanzia della banca. Segnali di speranza dunque dopo pochi giorni dall’avvio della campagna di pre-marketing (iniziata venerdì scorso) dell’aumento di capitale da un miliardo di euro. Veneto Banca potrebbe dunque non fare la fine dell’ex Popolare di Vicenza. Anche se subito dopo, Gros mette la mani avanti: «Se questo non fosse sufficiente» ha aggiunto, «c’è sempre il fondo Atlante. Noi siamo sottoscrittori di Atlante, lo strumento che andrebbe utilizzato se dal mercato non venisse il sostegno necessario». Chi è convinto che dal mercato arriverà il sostegno necessario è Bruno Zago, presidente dell’associazione dei grandi soci Per Veneto Banca. Nonostante gli studi più pessimisti degli analisti, il titolare della Progest è convinto che i soci assieme ad altri investitori istituzionali che solo recentemente avrebbero manifestato il loro interesse, siano pronti a sottoscrivere addirittura il 30% dell’aumento di capitale, garantendo così l’ingresso in Borsa. Perchè ciò si realizzi, spiega Zago, importante sarà conoscere l’intervallo di prezzo a cui saranno offerte le azioni. Il pre-marketing dovrebbe durare al massimo due settimane, durante le quali i vertici dell’istituto ex popolare di Montebelluna cercheranno riscontri sul mercato fra gli investitori potenzialmente interessati. «Non ho dubbi sul valore di ritorno che può avere investire in Veneto Banca», continua Zago. Nominato un secondo vicedirettore generale, si tratta di Dario Accetta.

Gian Nicola Pittalis

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