Arretra il Pd e il MS5 sfonda con la Lega. Giusto un anno fa, alle Regionali, la Lega Nord aveva raccolto 329.966 voti (il 17,8%) ai quali aveva aggiunto buona parte dei 427.363 consensi (il 23,1%) ottenuti dalla Lista Zaia.

Legittimo pertanto, per il segretario nathional, Gianantonio Da Re, e per il presidente della Liga Veneta, Massimo Bitonci, attendersi dei risultati eclatanti. In effetti, ammontano a 16 i nuovi sindaci che, nel contrassegno piazzato sulla scheda, si richiamano esplicitamente ad Alberto da Giussano. I risultati più eclatanti riguardano alcuni Comuni che già gravitavano nell’orbita leghista e che hanno ottenuto il beneplacito degli elettori. Nella Marca non ci sarà ballottaggio a Montebelluna, dove l’uscente (e rientrante) Marzio Favero ha potuto contare su una Lega Nord particolarmente in salute. Il Pd si è fermato al 10,82% e il candidato del centrosinistra, Davide Quaggiotto, si è dovuto accontentare del 18,13%. Bis al primo turno anche a Villorba, dove si è confermato primo cittadino Marco Serena. Botto lega anche a Oderzo dove Maria Scardellato, contro la civica Laura Damo, ha doppiato la rivale. Vanno ricondotti al Carroccio pure gli esiti che hanno premiato Loredana Borghesan (bis a Montagnana) e Adoldo Zordan (neo-sindaco di Vigodarzere). L’accoppiata Forza Italia-Lega Nord sospinge verso la vittoria Alessandro Biz, direttore de “Il Piave” e nuovo sindaco di Cordignano. A Portobuffolè Andrea Sebastiano Susana vince la sfida con Forza Nuova, che però conquista tre seggi. A Musile di Piave Silvia Susanna eredita lo scranno di Gianluca Forcolin, ora vice di Luca Zaia a Palazzo Balbi. Grandi novità nella geografia politica veneziana. Giuseppe Casson, già sostenuto da Udc e Pd, dato favorito al ballottaggio a Chioggia grazie alla Lega sbatte contro il muro del pentastellato Alessandro Ferro che, a sorpresa, conquista lo scranno del Sindaco di una dei comuni più importanti della città metropolitana. Vigonovo passa dal leghista Damiano Zecchinato al grillino Andrea Danieletto. A Quarto d’Altino è Giorgio Grosso, appoggiato da Lega e civiche, il successore di Silvia Conte (centrosinistra). Campolongo Maggiore, fino a ieri amministrata dal centrosinistra (Alessandro Campalto) va al suo ex-vicesindaco (Andrea Zampieri). Ad Eraclea ha vinto Mirco Mestre. Commissariato l’anno scorso, Luciano Striuli è tornato sindaco di Caorle a furor di popolo (41,37%) mentre a Fiesso d’Artico Andrea Martellato si riconferma addirittura con più voti (nonostante la più bassa affluenza) rispetto al mandato precedente. Il colpo di grancassa arriva da Matteo Salvini: «Sono orgoglioso della Lega in Veneto», esordisce « otto sindaci in più e con percentuali che spesso superano il 60%. A Villorba e Montebelluna vittorie secche al primo turno e abbiamo anche diversi ballottaggi dove ci presentiamo in vantaggio. Ci confermiamo come primo partito regionale, un esempio di buon governo che dobbiamo esportare altrove». Simbolo trainante tra voto operaio e raddoppio degli iscritti. In casa leghista la soddisfazione per la crescita elettorale si intreccia alla convinzione di rappresentare l’autentica forza trainante del centrodestra, l’unica in grado di reggerne il timone a fronte della crisi di leadership e prospettiva che affligge Forza Italia. «Sì è un buon risultato», commenta il segretario veneto Gianantonio Da Re, «è andata bene nel Trevigiano, nella provincia di Venezia alterniamo luci e ombre. Complessivamente i segnali sono positivi, soprattutto nei comuni dove abbiamo la forza di schierare un nostro candidato con il simbolo della Lega: per molti elettori, questo è garanzia di difesa del territorio e di buona amministrazione. Gli alleati? A volte ci danno una mano, in altri casi si mettono di traverso. Non ho capito perché a Chioggia, il municipio più importante in ballo, Forza Italia abbia deciso di correre da sola».

Gian Nicola Pittalis