Il rinnovo dei mezzi sulla tratta ferroviaria Conegliano – Belluno – Calalzo ha completato la fase uno, ossia la dismissione dei vecchi ed ormai antieconomici treni. “Oggi si celebra il funerale del Fiat 668”: con queste parole il Governatore del Veneto Luca Zaia ha presieduto la cerimonia che a Conegliano ha introdotto la storica ferrovia al futuro: una flotta di Swing, i treni di nuova generazione con motore diesel, messi su rotaia nell’arco di un anno e costati a Trenitalia 31 milioni e 500mila euro.

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Rispetto alle sorpassate locomotrici Fiat 668, prodotto tra il 1956 e il 1983 per Ferrovie dello Stato dalla fabbrica automobilistica torinese, i modelli oggi operativi sulla tratta che congiunge l’alto trevigiano alle Alpi innanzitutto inquinano molto meno, e poi si vantano di essere:

  • più veloci (ma autolimitati per legge a 130 chilometri orari),
  • più capienti (161 posti a sedere e omologazione per 400 utenti complessivi)
  • meglio accessibili per i passeggeri diversamente abili
  • assai più accessoriati (consentendo, ad esempio, il trasporto di biciclette).

Le notevoli caratteristiche tecniche degli Swing, secondo i project manager, permetteranno d’innalzare la soglia della puntualità oltre quota 90%, compiendo dunque un vero e proprio balzo di qualità per gli utenti della Conegliano – Calalzo, storicamente frustrati dalle tempistiche alquanto “ballerine” della linea, che negli ultimi anni aveva fatto registrare un’incidenza della puntualità di appena il 62,9% (dato inaccettabile nel 2017).

Conegliano-treno-nuovo-intenriMa non finisce qui. L’assessore Elisa De Berti ha infatti duettato con Zaia, durante la cerimonia, annunciando altri sviluppi futuro nel campo delle infrastrutture e dei trasporti ferroviari. “Due anni per portare a termine questa innovazione”, ha dichiarato la delegata regionale ai lavori pubblici”, “un’innovazione che apre la strada ad altre iniziative per lo sviluppo del settore. Stiamo lavorando infatti per l’elettrificazione di 190 chilometri di linea nel bellunese.”

Pare, insomma, che anche l’area settentrionale del Veneto abbia deciso finalmente di attrezzarsi per trasporti smart, futurbili sostenibili.

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