Solo un generico commento del governatore Luca Zaia, tenuto costantemente informato della riunione sulla Pedemontana, svoltasi negli uffici romani della Regione del Veneto e durata due ore e un quarto: «Mi hanno riferito di un clima disteso e propositivo: i tecnici continueranno a lavorare, spero si trovi una soluzione. I cantieri non si devono fermare». Mentre ieri su http://notizieplus.it/pedemontana-affare-flop/ annunciavamo la riunione a Roma il dibattito non si ferma.

Luca Zaia

La storia continua
Una mediazione dal titolo: pedaggi meno cari, stime di traffico in aumento. Sembra essere sul punto di sbloccarsi la situazione della Superstrada Pedemontana Veneta, al centro di un vertice ieri mattina a Roma.

L’incontro
«Un incontro positivo, cordiale e costruttivo» sono i commenti all’uscita. Ma l’impegno assunto è stato quello del silenzio assoluto sui contenuti, tale è la delicatezza del momento e la fragilità della tregua. Nessuna nota, nessuna dichiarazione ufficiale, telefoni spenti per tutta la giornata da parte dei protagonisti. Attorno al tavolo c’erano Silvano Vernizzi, commissario delegato per la Pedemontana, Ilaria Bramezza segretario generale della Regione, Mauro Coletta direttore generale del Ministero delle Infrastrutture, Matterino Dogliani presidente di Sis, i funzionari di Cassa depositi e prestiti, di Bei e i rappresentanti di Jp Morgan, quest’ultimi incaricati di segure l’emissione del Pedemontana Bond per conto di Sis.

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I punti
Fuori dalla ufficialità, alcune cose trapelano. La prima è legata al nodo sul quale il concessionario Sis si è incagliato, facendo balenare il rischio stop ai cantieri. Quello delle stime di traffico sulla futura Superstrada Pedemontana Veneta: i funzionari di Cassa Depositi e prestiti e Bei hanno dichiarato la propria disponibilità a rivedere le proprie stime a condizione che siano stabiliti pedaggi meno cari, in maniera da incoraggiare l’uso della nuova superstrada. In altre parole, a spostare il baricentro del «rischio traffico» dalla Regione al concessionario Sis, come dovrebbe essere nella «natura» dei progetti di finanza pubblico/privato. Ancora più semplicemente: la riduzione dei pedaggi porta come conseguenza dell’aumento del traffico e dunque le stime possono tenere conto di questa soluzione. La mediazione, alla quale stanno già lavorando i tecnici del commissario e di Sis, si reggerà su una formula matematica applicabile allo strumento finanziario del bond. La mediazione, è stato l’accordo del vertice romano, non dovrà essere «umiliante» per nessuno.

Futuro ancora incerto
Il prossimo incontro è atteso tra una decina di giorni. Il risultato dovrebbe portare reciproca soddisfazione. La Cassa depositi e prestiti, che ha finora tenuto il punto sulle stime di traffico, ottiene «garanzie» a tutela delle casse pubbliche; il concessionario avrà l’emissione dell’atteso bond da 1,6 miliardi; la Regione scongiura il blocco dei cantieri con conseguenze devastanti sul piano dell’opinione pubblica e del territorio. Alla Regione è chiesto il sacrificio più doloroso: quello di modificare l’atto aggiuntivo approvato nel dicembre 2013 dalla giunta Zaia che sostanzialmente «garantiva» il concessionario Sis dal rischio traffico ponendolo a carico della Regione. Ma in cambio Zaia ottiene la partecipazione di Cassa depositi e prestiti allo strumento finanziario, probabilmente non con un semplice «avallo» ma con un’autentica partecipazione economica. Su questo i funzionari di Cdp non si sono esposti, rimandando a un livello più alto la decisione, ma la strada sembra spianata in questa direzione. E su queste basi dovrebbe reggersi la tregua che, da un lato, fa tirare un sospiro di sollievo a tutti. Lo spettro agitato della sospensione dei cantieri, nei giorni scorsi, aveva suscitato l’allarme di imprese, categorie economiche, cittadini espropriati. Che in varia misura si sono mobilitati per scongiurare che la Superstrada Pedemontana si potesse fermare al 30 per cento della sua costruzione. Uno spettro che, a questo punto, sembra allontanarsi.

Gian Nicola Pittalis

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