La sera del 28 novembre scorso il ristorante cinese “Yi Hia Ren” di Padova ha servito alla tavola di un cliente, cinese anche lui, un piatto di “zampe d’orso”, richieste dallo stesso cliente per gli ospiti connazionali presenti al suo tavolo. In Cina le “zampe d’orso” vengono considerate una specialità di gran pregio, che viene offerta nei locali a peso d’oro (si parla dell’equivalente di 400 € al piatto); ma qui siamo in Italia, dove appena la notizia si è diffusa è naturalmente arrivato puntale il blitz dei carabinieri del Nas, che hanno subito iniziato le indagini per accertare una violazione della legge sulla protezione della fauna selvatica. Dopo che il titolare del ristorante si è difeso spiegando che le zampe in questione sarebbero state portate nel locale dal cliente autore della macabra richiesta, il quale le avrebbe acquistate in Slovenia (dove la caccia all’orso è autorizzata), è però emersa negli ultimi giorni un’eventualità ancor più atroce e sconcertante.

zampe-orso-ristorante-cineseOsservandone infatti la sgradevole immagine, pubblicata sui social network dal ristoratore cinese, il pubblico ministero Benedetto Roberti, sentito il parere di un medico legale, si è insospettito sull’effettiva natura delle zampe, non escludendo che possa invece trattarsi di piedi umani. Un’eventualità terrificante, ma da prendere doverosamente con le pinze, data la notevole somiglianza esteriore tra le zampe di un orso e i piedi di un essere umano (dimensioni a parte). Sospendendo altre ipotesi affrettate, la Procura di Padova ha immediatamente disposto perizia tecnica sulla fotografia incriminata.

Perquisendo cucine e magazzini del ristorante, i Nas hanno comunque riscontrato molte gravi irregolarità: 55 chili di pesce scaduto o in scadenza e di provenienza ignota (laddova la tracciabilità alimentare costituisce obbligo ex lege); cosce di rana scadute dal 2 novembre del 2016 e polpa di granchio scaduta addirittura dal 20 maggio del 2016; sporcizia nei locali e attrezzature unte, sia i frigoriferi per la conservazione dei cibi sia i forni per la cottura.