redimDonna, imprenditrice di successo, moglie e mamma. È questo il ritratto di Maria Cristina Piovesana, prima donna ad essere eletta Presidente di Unindustria Treviso e nelle Associazioni Industriali del Veneto. Un titolo che Maria Cristina ha ottenuto con ben il 97,86% dei voti nel corso dell’assemblea generale dell’associazione che si è tenuta il mese scorso, presso il Parco del Lago Le Bandie di Lovadina. Un’ovazione. Nata a Gaiarine e già Presidente del Consiglio di Amministrazione e Consigliere Delegato di A.L.F. Uno S.p.A., azienda del settore del mobile con un fatturato di Gruppo che nell’anno 2013 ha superato i 60 milioni di euro, Maria Cristina Piovesana è entrata per la prima volta nel Consiglio Direttivo di Unindustria Treviso nel 2000 e dal 2008 ne è diventata la Vicepresidente accanto ad Alessandro Vardanega, che ora tocca proprio a lei sostituire ai vertici dell’associazione. La sua promozione è significativa, in primo luogo perché dimostra che il ruolo della donna nella gli obiettivi ambiziosi, già avviati dalle nostre imprese, dal nostro sistema associativo e dal nostro territorio, che hanno ora bisogno di essere completati o consolidati”, ma anche per la “necessità di sviluppare ulteriormente la collaborazione tra i sistemi di rappresentanza del nostro territorio e i processi di integrazione con le altre associazioni venete di Confindustria”. Nella sua visione è chiaro che “la competizione del futuro farà perno su ambiti metropolitani, proiettati nel mondo”. Ma è chiaro che non potrà esserci futuro se non emergerà una nuova classe di imprenditori e di politici consapevoli che i tempi per il malaffare ed i mezzucci sono terminati. Per questo società è cambiato e si è evoluto; i titoli non sono più solo una questione di quote rosa da dover rispettare, ma il frutto di preparazione, grinta, tenacia e passione. Maria Cristina Piovesana il suo ruolo se l’è conquistato e meritato destreggiandosi tra i compiti di imprenditrice e quelli di donna che non vuol rinunciare alla propria vita, né alla famiglia, cosa non semplice. Unindustria Treviso è una tra le maggiori associazioni di industriali del Paese e rappresenta una moltitudine di medie, grandi e piccole imprese che hanno bisogno di energia e linfa vitale, in un momento storico che vede prevalere negli imprenditori un senso di solitudine, nei confronti di un Paese lontano da chi sceglie l’impresa come mestiere. È la stessa Piovesana a sottolinearlo nel suo primo intervento da Presidente. La sua promessa sta tutta nelle parole “continuità e rinnovamento” con le quali definisce il suo indirizzo nel corso della relazione. Continuità “perché molti sono emozionano le parole della nuova Presidente che si ripromette di portare in Unindustria la propria esperienza imprenditoriale ed associativa, ma anche il “buon senso della madre di famiglia”. L’obiettivo è un rinascimento morale, civile ed economico della classe imprenditoriale: “La democrazia è una conquista, da rinnovare ogni giorno, fondata sulla libertà e sulla legalità, presupposti indispensabili per far prosperare la nostra intraprendenza che crea il lavoro”. Libertà e legalità. Due parole che non si adattano certo all’Italia dell’ultimo decennio, ma dalle quali deve ripartire, al più presto, sia la vita politica che quella imprenditoriale nel nostro Paese che sta chiedendo a gran voce una generale opera di moralizzazione. Ha detto il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, nel corso del suo intervento in Unindustria: “Uno dei grandi problemi delle nostre aziende è la patrimonializzazione. Se quando hai due soldi ti compri la barca, l’auto sportiva, l’appartamento al mare e in montagna vuol dire che nell’azienda non vanno risorse. È la base dell’economia: nella crisi le aziende che si sono salvate sono quelle che hanno patrimonializzato; quelle che non sono dovute ricorrere ai broker di nautica per vendere lo yacht, ma quelle che avevano già la miglior tecnologia e i migliori investimenti”. Una visione semplicistica? Guardandosi attorno verrebbe da dire, piuttosto, rivoluzionaria.

Lorenza Pilloni