“Da Bruxelles diciamo sì ad un sistema di etichettatura che garantisca una informazione corretta al consumatore, che parli di contenuti dei nutrienti, di porzioni e frequenze di consumo, piuttosto che un semplice semaforo a colori che in base ad algoritmi, ma senza alcuna base scientifica, mescola indiscriminatamente nutrienti, alimenti e calorie, non tenendo conto del processo di lavorazione di un prodotto”.

Lo ha detto l’assessore all’Agricoltura della Regione del Veneto, Federico Caner, in occasione del dibattito europeo sul regolamento di prossima uscita sull’etichettatura nutrizionale degli alimenti organizzato al Parlamento europeo.

A Bruxelles erano presenti quindici Regioni europee provenienti da Italia, Grecia, Spagna, Francia, Finlandia, Portogallo, insieme ad AREPO, l’Associazione delle Regioni Europee per i Prodotti di Origine, che hanno unito le loro forze per organizzare un workshop dal titolo “Etichettatura nutrizionale fronte pacco: qual è l’approccio migliore?”.

“Siamo qui a Bruxelles per difendere i nostri territori, le nostre produzioni, le nostre tradizioni culinarie, perché il tema Nutriscore non è solamente una questione alimentare, ma anche economica e politica. Così com’è pensato e realizzato questo sistema non dà le informazioni corrette sulla produzione, anzi, al contrario, semplifica in modo eccessivo il processo di lavorazione e non dà il giusto rilievo alle qualità nutrizionali di uno specifico alimento o bevanda – ha sottolineato l’Assessore veneto -”.

“Il Nutriscore rischia di essere un potente strumento nelle mani della grande distribuzione e delle industrie alimentari e un metodo ingiusto per i produttori primari e le aziende del biologico – ha concluso Caner -. Questo vale non solo per le regioni italiane ma per moltissime regioni europee che si distinguono per produzioni che sono frutto di tradizioni millenarie. Una scala a colori non potrà mai esprimere tutto ciò che è alle spalle di un prodotto finito, dalla filiera fino a quello che il consumatore può trovare negli scaffali della distribuzione. Come istituzioni abbiamo il compito di diffondere una corretta educazione alimentare e promuovere una informazione corretta”.