Nei calici è arrivato il vino Novello 2019, in vendita dal 30 ottobre, come previsto dalla normativa nazionale. Fino a qualche anno fa il vino “da bere giovane” veniva messo in commercio il 6 novembre, con una festosa cerimonia del déblocage, cioè l’apertura della prima bottiglia della nuova vendemmia. Poi il déblocage è stato anticipato e il primo frutto della vigna ora si può gustare per la festa di Ognissanti. L’Italia è in largo anticipo, di ben tre settimane, rispetto al competitor francese, il Beaujolais Noveau, che deve essere messo in vendita dalla mezzanotte del terzo giovedì di novembre (quest’anno il 21 novembre).

La produzione di vino Novello 2019 è di appena 2 milioni di bottiglie. Una quantità grandemente ridimensionata, se confrontata con i 17 milioni di bottiglie che si registravano una decina d’anni fa, quando questa tipologia di vino, generalmente rosso, ebbe un boom di consumi, seguendo le tendenze dell’epoca, con un picco negli anni 2002-2004.  Nel 2000 a Milano fu anche costituito l’Istituto Vino Novello Italiano. “La produzione del vino novello in Italia – spiega la Coldiretti – è iniziata verso la metà degli anni ’70, dopo che in Francia, considerata la madre dei novelli, i vignaioli francesi della zona di produzione del Beaoujolais, per superare una stasi dei consumi, misero sul mercato il Beaoujolais nouveau, per rivalorizzare il loro vino prodotto con uve Gamay, meno pregiate della Borgogna meridionale. Il vino novello italiano, che deriva da uve Dop e Igp, ha registrato lungo la Penisola una rapida espansione, toccando il picco di 17 milioni di bottiglie dieci anni fa, per poi scendere progressivamente sino ai circa 2 milioni attuali.

Dal 30 ottobre si beve vino Novello
Dal 30 ottobre si beve vino Novello

“All’origine del calo di produzione –  rileva la Coldiretti – c’è una serie di fattori, a partire dalla limitata conservabilità, che ne consiglia il consumo nell’arco dei prossimi 6 mesi, fino alla tecnica di produzione, la macerazione carbonica, che è più costosa di circa il 20 % rispetto a quelle tradizionali. Ma, soprattutto, gli stessi vitigni, che negli anni passati rappresentavano la base del novello, vengono oggi spesso utilizzati per produrre vini ugualmente giovani, ideali per gli aperitivi, ma che non presentano problemi di durata. La tradizione vuole che l’apertura del vino novello – conclude la Coldiretti – si festeggi a San Martino l’11 novembre, giorno in cui da sempre i contadini chiudono e fanno il bilancio di un anno di lavoro”.

Il novello è quasi sempre ottenuto con il metodo della macerazione carbonica, seguendo una tecnica ideata e messa a punto, negli anni Trenta del ‘900, nel Beaujolais. Sperimentando un sistema per conservare il più a lungo possibile l’uva da tavola, si arrivò invece a questo metodo di vinificazione, che dà un “succo” giovane e fresco. Fu così che il novello francese conquistò il mondo. In Italia la tipologia Novello è stata introdotta nel 1987; si ottiene da diversi vitigni e anche da uvaggi. Il vino “giovane” ha gusto e profumi fruttati, leggero (tra gli 11 e 12 gradi) ed è pronto da bere a poche settimane dalla vendemmia.

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In diverse regioni italiane si svolgono, a novembre, feste e iniziative per fare onore al Novello 2019. Ve ne segnalo alcune: domenica 10 novembre a Castel Bolognese si svolge la tradizionale Festa dè Brazadèl d’la cros (ciambello secco della croce) e del vino novello, alla 24° edizione. A Vignanello, nel Viterbese, vino e olio d’oliva sono al centro dei festeggiamenti nei fine settimana dell’8-9-10 novembre e 15-16-17 novembre. Ad Alliste nel Salento, l’11 di novembre si rinnova l’appuntamento con la Fiera del Vino Novello, nelle vicinanze di Torre San Giovanni, a Marina di Ugento (Lecce), con degustazioni dei prodotti tipici e mostra mercato.

Al Novello italiano è dedicato lo speciale vini on-line mercoledì 6 novembre, nella pagina Facebook TG PLUS FOOD & BEVERAGE, con la degustazione guidata da Laura Vendramin, sommelier dell’AIS Treviso.