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Assindustria Venetocentro: 1,4 milioni dalle imprese per l’emergenza Covid 19

1,4 milioni di euro dalle imprese di Assindustria Venetocentro per aiutare “gli altri” nell’emergenza Covid 19. Sì, gli altri. Perchè sono diverse le realtà che hanno ricevuto aiuto da Assindustria Venetocentro, dal mondo della sanità a quello dell’associazionismo fino alle altre imprese. Un fil rouge di aiuto che ha portato all’acquisto di apparecchi e dispositivi medici per l’ospedale di Schiavonia del padovano ma anche a mezzi e ambulanze per la Protezione Civile, la Croce Rossa e i Vigili del fuoco e attrezzature per l’Hospice Pediatrico.

Parte di questi 1,4 milioni di euro, è stata utilizzata per compare ventilatori polmonari, radiografia digitale e defibrillatori per le aree Covid nonchè come investimenti per progetti di ricerca per terapie preventive e cure sperimentali della Fondazione per la Ricerca Biomedica Avanzata Onlus (VIMM) e dell’Istituto di Ricerca Pediatrica (IRP) Città della Speranza. Il co-finanziamento del progetto di screening diagnostico massivo della Regione Veneto con l’Università di Padova e la Croce Rossa per isolare gli asintomatici, lo studio sugli effetti dell’emergenza sanitaria sulla qualità di vita nelle RSA condotto dalla Fondazione OIC Onlus.

Il progetto è stato presentato nel dettaglio questa mattina in una conferenza stampa.

“Le molte donazioni trasversali tra Padova e Treviso sono un’ulteriore prova del legame che c’è tra i due territori. Si tratta di donazioni che hanno riguardato una grande pluralità di iniziative, dal sociale al sanitario”, hanno detto in apertura della conferenza.

Nei giorni della recrudescenza del contagio, Assindustria Venetocentro rinnova un impegno che attraverso la rete di solidarietà di tante imprese, di ogni dimensione, esprime responsabilità e senso di comunità. E un significato di fiducia nel Paese, che nelle difficoltà è capace di trovare risorse umane e di impegno che gli consentono di affrontarle con capacità di risultati.

“Questo è stato uno dei momenti più emozionanti che ho vissuto. Mi sono sentito e vi ho sentiti come compagni di un unico viaggio. Noi vogliamo bene al nostro territorio e sono orgoglioso di vedere così tante persone pronte ad aiutarsi. Abbiamo capito che nessuno si salva da solo, che non c’è risposta economica senza quella sanitaria e che dobbiamo lavorare ancora di più per il bene del nostro tessuto sociale”, ha sottolineato Massimo Finco, presidente di Assindustria Venetocentro. 

“Una raccolta fondi iniziata all’indomani del lockdown – ha spiegato Maria Cristina Piovesana, presidente di Assindustria Venetocentro – e che ha coinvolto i nostri imprenditori. Eravamo in un periodo pieno di incertezza con il problema di capire cosa ci riservava il futuro. Abbiamo contribuito con questo gesto a dare una mano alle associazioni e abbiamo trovato risposte veloci da parte di tutti e richieste di utilizzare i finanziamenti in maniera adeguata per favorire la ripresa”. 

Da parte di Confindustria Venetocentro è partita anche una richiesta diretta al Governo per chiedere che le risorse che arrivano dall’Europa traccino una via verso un futuro certo, più sicuro e soprattutto lungimirante, che guardi al 2030, 3040, 2050.

“Il nostro appello è quello di essere ascoltati perché siamo una realtà con dei corpi intermedi al nostro interno che nel periodo Covid hanno dimostrato resilienza e coesione”, hanno aggiunto.

Presente anche il direttore generale dell’Usl 2, Francesco Benazzi. “Per noi è stato un supporto straordinario e sostanziale, un aiuto pratico e mirato – ha detto collegato in streaming il direttore – Era un momento difficilissimo, si faceva fatica a trovare la tecnologia necessaria, le attrezzature soprattutto tra marzo e aprile, è stato complicato. Per noi questo aiuto è stato fondamentale insieme al supporto che ci ha dato l’associazione “Per mio figlio”. 

«In questo momento difficile per il Veneto e il Paese – dichiarano  Maria Cristina Piovesana e Massimo Finco – vogliamo confermare la concreta vicinanza degli imprenditori alla comunità e a tutte le persone che hanno operato e stanno operando, con abnegazione e sacrificio, per affrontare la seconda fase della pandemia. Nel disorientamento generale, siamo tutti chiamati, come ci ha ricordato il Capo dello Stato Sergio Mattarella, a una prova di orgoglio, di senso della misura ma anche di responsabilità collettiva, perché tutti siamo chiamati a contribuire con i nostri comportamenti a sconfiggere la pandemia, ad evitare che vi siano ulteriori chiusure e limitazioni, che come abbiamo già provato hanno un impatto devastante sulle nostre vite, sull’economia e sul lavoro. Non ce lo possiamo più permettere. Oggi vogliamo sottolineare il nostro impegno a continuare ad operare e a garantire anche le necessarie iniziative di assistenza. Abbiamo gli strumenti per continuare a lavorare in sicurezza. Non vanifichiamo lo sforzo compiuto da imprese e lavoratori per andare avanti».

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