Si sono concluse alle 15.30 di ieri, con il brillamento in mare dell’ordigno, le articolate operazioni per il disinnesco della bomba da 500 libbre, 250 chili e contenente 127 chili di tritolo, che il 18 settembre scorso era stata rinvenuta in un cantiere di via Torino a Mestre, durante i lavori per l’allargamento del campus di Ca’ Foscari. La bomba, residuato bellico americano modello AN M64 General Purpose (generalmente utilizzata per distruggere obiettivi come infrastrutture e depositi), è rimasta nel sottosuolo per 76 anni. L’attività ha visto un importante lavoro di coordinamento da parte del Centro operativo misto della Protezione civile della Prefettura di Venezia insediato nella sede del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Venezia, con passaggi di consegne puntuali tra tutte le forze in campo.

Le operazioni sono scattate prima dell’alba, con il coinvolgimento di tutte le Forze dell’ordine impiegate nelle attività di sorveglianza, sgombero, regolazione del traffico, assistenza e disinnesco: Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Carabinieri, Esercito, Guardia Costiera della Marina Militare, Polizia locale e poi ancora volontari della Croce verde, ambulanze del Suem 118, volontari della Protezione Civile. In servizio anche i Vigili del Fuoco pronti ad intervenire in caso di necessità.

Come da programma, le operazioni di sgombero dell’area interessata dall’intervento, compresa nel raggio di 468 metri dal luogo di ritrovamento dell’ordigno, sono iniziate alle ore 6. Le Forze dell’Ordine e volontari della Protezione civile si sono occupati delle attività di assistenza alle persone che hanno dovuto temporaneamente abbandonare le proprie case. Entro le 7.45 tutte le abitazioni interessate sono state liberate per consentire l’attività di disinnesco. Ambulanze e sanitari si sono posizionati nelle immediate vicinanze della zona di sicurezza pronti ad intervenire in caso di necessità. Le persone in situazione di fragilità sono state assistite dai sanitari del 118 e accudite nel punto di raccolta individuato nella Parrocchia di San Giuseppe in viale San Marco, dove sono stati offerti agli sfollati ristoro e bevande calde. Una messa per loro è stata officiata da don Natalino Bonazza.

Alle 6.30, come da direttive, è scattato il divieto di circolazione dei mezzi privati nell’area di sicurezza, così come per i treni tra Venezia e Mestre. Una volta evacuata, l’area di sicurezza è stata presidiata dalla Forze dell’Ordine che hanno svolto anche attività antisciacallaggio assieme agli agenti della Polizia locale.

Poco dopo le 7 è stato dato il via libera alle attività degli artificieri dell’8° Reggimento Guastatori Paracadutisti “Folgore” di Legnago, che prima hanno messo in sicurezza l’ordigno e poi, potendo contare su un’opera di contenimento per ridurre al minimo gli effetti di un’eventuale esplosione durante il disinnesco, hanno proceduto al despolettamento degli inneschi. Questa fase si è conclusa alle 8.40. Un’ora più tardi l’ordigno è stato trasportato in sicurezza al Terminal Rinfuse Venezia, dove è stato affidato agli uomini del Gruppo Operativo Subacquei Nucleo Sdai di Ancona della Marina Militare e scortato dalla Guardia Costiera, per essere poi rimorchiato fino a 3 miglia al largo di Malamocco.

Alle 10.35, con il brillamento delle due spolette, è stata decretata la conclusione della fase 1 dell’emergenza: da quel momento la circolazione pedonale, automobilistica e ferroviaria è ripresa e i residenti nell’area di sicurezza hanno potuto fare ritorno nelle proprie abitazioni. Durante queste ore di intervento sono stati ripetuti i sopralluoghi del vicesindaco e assessore alla Protezione civile, Andrea Tomaello, e del prefetto Vittorio Zappalorto.

La bomba nel frattempo, dopo un viaggio di circa due ore e mezzo, ha raggiunto verso le 14.30 il target prestabilito: a quel punto sono iniziate le operazioni di affondamento funzionali alla sua deflagrazione. Una colonna d’acqua di diversi metri ha quindi distrutto l’ordigno rimasto inesploso per 76 anni.

Il sindaco Luigi Brugnaro ha espresso un sentito ringraziamento all’Esercito e alla Guardia Costiera della Marina Militare, a tutte le Forze dell’Ordine e dei Vigili del Fuoco, alla Prefettura di Venezia, alla Polizia locale e agli altri servizi del Comune di Venezia, ai volontari della Protezione civile e a tutti gli enti, istituzioni e società coinvolti con le proprie donne e i propri uomini nelle operazioni. “Un grazie anche a tutti i cittadini, sia quelli sfollati sia quelli che hanno subito qualche disagio – ha sottolineato – perché hanno dimostrato piena collaborazione. Ancora una volta, Venezia ha saputo giocare di squadra, dimostrando grande unità”.

Nella Sala operativa del Com erano presenti rappresentanti della Prefettura, Questura, Comando Provinciale di Carabinieri e Guardia di Finanza, l’ 8° Reggimento ‘Folgore’ e lo SDAI – Ancona della Difesa, Polizia stradale, Capitaneria di Porto, Provveditorato Interregionale OO.PP, Autorità di Sistema portuale, Comune di Venezia (Polizia locale e Protezione civile), Comando provinciale VV.FF, Suem 118, RFI, Avm/Actv.