Andrea Carboni - foto ufficio comunicazione Venezia FC
Andrea Carboni - foto ufficio comunicazione Venezia FC

Questa mattina Andrea Carboni, difensore del Venezia FC, ha incontrato la stampa in videoconferenza. Queste le sue dichiarazioni.
Innanzitutto Andrea: qual è stata la tua prima impressione del gruppo squadra arancioneroverde?
“Ho trovato un gruppo molto genuino, forte e compatto. Sono consapevole di essere arrivato in una situazione non semplice, perché a Benevento ci giocavamo quasi tutto, era una finale. Ma in questo gruppo ci sono grosse qualità”.
Com’è avvenuto il “corteggiamento” che ti ha portato al Venezia?
“Da circa un mese il ds Antonelli, che mi aveva già nel Monza, mi chiamava, alla fine è andato tutto in porto”.
Per uno scherzo del destino tu hai vissuto una grande amarezza calcistica proprio a Venezia, con la retrocessione del Cagliari. Quindi con quale spirito arrivi, proprio qui? 
“Indubbiamente a Venezia ho vissuto una fortissima delusione, appunto per la retrocessione della squadra della mia terra, per cui tifo tutt’ora. Ma sono sicuro che è il posto dove posso riscattarmi al meglio. Al Monza mi aspettavo diverse cose, ora posso solo, come detto, riscattarmi. Credo di poter portare il massimo in questo gruppo, anche la giusta serenità per affrontare una situazione non facile”.
Come vi siete trovati a riorganizzare la difesa in così pochi giorni?
“Siamo tutti calciatori che giocano da parecchio a tre, conosciamo bene il modulo proposto da mister Vanoli. Con Ceppitelli, poi, c’è grande sintonia, perché abbiamo giocato insieme quasi tre anni. Alla fine, lo si è visto contro il Benevento, è andata bene”.
Anche la partita con la SPAL può essere una gara di snodo, specialmente in questo periodo?
“Certo, questo è un momento in cui ogni gara è una finale, e va affrontata per vincere. Bisogna quindi entrare in campo con questa consapevolezza. Ma penso che sia importante anche richiamare la gente allo stadio, i tifosi in primis ci devono trascinare. Spero che sabato ci sia tanta gente allo stadio, perché questo gruppo merita, i ragazzi hanno voglia di portarsi in alto. Il Venezia ha “mangiato” tante schifezze ultimamente, e vuole riprendersi”.
Qual è il tuo idolo come giocatore?
“Nainggolan. Mi piace sin da quando sono piccolo, ho avuto anche la fortuna di giocarci insieme, mi piace molto soprattutto per il carattere che mostra i campo. Ma ammiro anche Bastoni, poi cerco di “rubare” qualcosa anche a Chiellini, uno dei più forti di questo ruolo in Italia”. 
Come ti stai trovando in questo gruppo con giocatori di così tante nazionalità differenti?
“Come dicevo, ho trovato veramente un buon gruppo, sano, perché alla fine, a prescindere dalle nazionalità, sul campo devi parlare la stessa lingua. Non è così difficile, anche gli stranieri mi hanno dato il benvenuto e mi hanno fatto sentire a casa”. 
Quando giocavi in serie A, qual è stato avversario più forte che tu abbia affrontato?
“Lukaku. Forse in quell’occasione ho trovato la giornata fortunata, ma comunque trovo che sia l’attaccante più impressionante fisicamente e tecnicamente”.
Con chi stai legando di più al Venezia?
“Conoscevo già alcuni giocatori, come detto, e comunque sottolineo che capitan Modolo è stato il primo a preoccuparsi di farmi integrare bene nel gruppo”.
Conoscevi già Venezia? Eri già venuto in città, per motivi extracalcistici?
“Più che altro sono andato a Mestre da piccolo per prendere la cintura nera di ju-jitsu. Ma forse ero più portato per il calcio. Comunque andrò a visitare Venezia con la mia compagna”.
A proposito: Ibrahimović si è spesso vantato di aver praticato arti marziali quando era più giovane. Il fatto di aver praticato discipline sportive diverse dal calcio, può servire?
“Certamente, perché ogni sport fa conoscere una mobilità diversa. Ibra mi faceva un po’ paura in campo, io forse faccio meno paura di lui!”