Ampia, accogliente, funzionale, collocata nel cuore della città: è stata inaugurata ieri la nuova sede del Centro di salute mentale di Vittorio Veneto che occupa l’intero secondo piano del complesso Rione 66, in via Nannetti. A disposizione di operatori e pazienti un totale di 550 metri quadri che ospitano ambulatori e studi per le varie figure professionali, day hospital con due posti letto, un’accogliente sala d’attesa, una sala polifunzionale, locali di servizio e vani tecnici. Nei prossimi giorni inizieranno le operazioni di trasloco del Servizio da Villa delle Rose: il Csm sarà operativo entro i primi di giugno. “Dare al Centro di salute mentale una sede adeguata era uno degli obiettivi che mi ero prefissato – ha spiegato il direttore generale dell’Ulss 7 Gian Antonio Dei Tos – e la nuova sede rappresenta, indubbiamente, un notevole salto di qualità rispetto a Villa delle Rose, sia a livello strutturale che logistico: è accogliente, arredata con cura, facilmente raggiungibile anche con i mezzi pubblici. Ringrazio le associazioni dei familiari per la collaborazione nell’individuare una casa all’altezza collocata, volutamente, in centro; gli operatori che hanno allestito la struttura e quelli che ci lavoreranno, il Comune e le istituzioni che hanno partecipato alla costruzione di questo progetto condiviso”. “Siamo lieti – ha sottolineato Roberto Tonon, sindaco di Vittorio Veneto – di aver contribuito alla soluzione della sede del Csm. Oggi, a fronte di una maggiore domanda di salute mentale l’intera collettività è chiamata a rispondere, a portare il proprio contributo per supportare i percorsi di cura, riabilitativi e di inclusione sociale”. L’équipe del Csm di Vittorio Veneto, diretta da Giulia Perini, professore associato in psichiatria all’Università di Padova, è costituita da 5 psichiatri, uno psicologo, un educatore, un assistente sociale, 5 infermieri e 6 operatori socio sanitari. “Le patologie psichiche – ha ricordato Perini – sono sempre più diffuse . Nel 2014 al Csm di Vittorio Veneto abbiamo seguito 1.319 pazienti che vanno ad aggiungersi ai 1.789 di Conegliano e agli 823 di Pieve di Soligo. I protocolli di cura prevedono l’applicazione delle terapie previste dalle linee guida internazionali, integrate con percorsi psicoterapici e riabilitativi, questi ultimi realizzati grazie anche alla collaborazione con la cooperativa sociale Insieme si può”.