I venti di guerra si rafforzano: dopo gli attentati di Parigi, la tensione tra Turchia e Russia riscalda un altro fronte internazionale e l’Italia – come già fatto da Francia e Belgio – si prepara a mettere sul piatto nuove risorse per la sicurezza. Una situazione che fa volare Finmeccanica a Piazza Affari e mette di nuovo in luce quanto l’industria delle armi sia centrale in questa fase storica. A dare ulteriormente una dimensione al fenomeno ci prova una ricerca della Cgia di Mestre, secondo la quale tra il 2010 e il 2014 l’Italia ha autorizzato esportazioni nell’Africa settentrionale e nel Medio Oriente per 4,8 miliardi di euro di armi. Dopo l’Europa, quest’area geografica è il nostro principale mercato di sbocco per la vendita di armamenti.
I dati sono stati elaborati in base alle relazioni annuali al Parlamento di Palazzo Chigi sull’export di armamenti. <<Nei cinque anni presi in esame dalla Cgia – fanno sapere da Mestre – le industrie italiane produttrici di armi sono state destinatarie di autorizzazioni definitive alle esportazioni per 17,47 miliardi di euro: di questi, 8,58 miliardi sono stati realizzati in Europa, 4,85 miliardi in Africa settentrionale e nel vicino Medio Oriente, 1,68 miliardi in Asia, 1,22 miliardi in America settentrionale, 670 milioni nell’America centro-meridionale, 267,4 milioni in Oceania e 188,6 miliardi in Africa centro meridionale>>. Le armi vendute sono di vario tipo, distinte a loro volta in categorie. In riferimento all’ultimo anno in cui si dispongono i dati (il 2014), le prime 10 aziende italiane hanno “conseguito” l’83,8% del valore complessivo delle autorizzazioni.
Dalla relazione sulle operazioni autorizzate e svolte per il controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento del 2014, risulta che i settori più rappresentativi delle attività di esportazione sono stati l’aeronautica, l’elicotteristica, l’elettronica per la difesa e i sistemi d’arma (missili, artiglierie).
Lo studio analizza anche le prime dieci aziende italiane che hanno ottenuto questo 83,8%: AgustaWestland Spa, Alenia Aermacchi Spa, Selex Es Spa, Ge Avio Srl, Elettronica Spa, Oto Melara Spa, Piaggio Aero Industries Spa, Fabbrica d’Armi Beretta Spa, Whitehead Sistemi Subacquei Spa e Iveco Spa. Insomma, se con la destra le Nazioni del Mondo si schierano per attaccare compatte l’Isis, con la sinistra molte di queste nazioni (tra cui appunto l’Italia) li riforniscono di armi. Paradossale..

Gian Nicola Pittalis

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