Secondo il pubblico ministero Giorgio Gava lui era “mister 2%”: si sarebbe, cioè, intascato il 2% del valore degli appalti che Veritas assegnava ai privati per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti e che, grazie ai suoi interventi, spesso andavano agli amici. Corruzione, abuso d’ufficio, turbativa d’asta e attività di gestione di rifiuti non autorizzata, per ora, le ipotesi di reato. L’indagine, scattata nel 2012, è nata dalle intercettazioni legate all’inchiesta che aveva portato all’arresto di un dirigente regionale, Fabio Fior, accusato anche lui di corruzione negli appalti.
“Siamo pronti a collaborare – il commento del direttore generale Andrea Razzini – ma l’azienda non è coinvolta nell’indagine. È coinvolto un suo dirigente, che ci auguriamo possa spiegare l’accaduto. Veritas avvierà un’inchiesta interna, e se saranno confermate le ipotesi di reato formulate dalla procura di Venezia, prenderemo ovviamente provvedimenti”.
Stupito si è definito in una scarna nota, ieri pomeriggio, anche il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. “In merito alle notizie di stampa – si legge – relative alle indagini su presunti appalti truccati relativo al ciclo dei rifiuti gestiti da Veritas, il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro esprime tutto il proprio stupore augurandosi che gli indagati possano dimostrare la loro completa estraneità ai fatti contestati e, al tempo stesso, massima fiducia negli organi inquirenti cui compete fare chiarezza sulla vicenda in oggetto”.