Un passo avanti della comunità scientifica nella comprensione della “depressione post-partum” è stato compiuto grazie al lavoro svolto, durante gli ultimi mesi, nel Punto Nascita dell’Ospedale dell’Angelo: “Con uno studio capillare sulle donne che partoriscono all’Angelo abbiamo dimostrato – spiega il dottor Pier Luigi Righetti, psicologo- psicoterapeuta dell’équipe mestrina – come una precisa attenzione verso la ‘depressione post-partum’ permette di individuarla precocemente e di intervenire con efficacia. Lo studio che abbiamo svolto, somministrando alle neomamme specifici questionari, ha una rilevanza particolare, certificata dalla pubblicazione del nostro lavoro sul numero autunnale del ‘Giornale di Neuropsichiatria dell’Età Evolutiva’, rivista specialistica di primo livello”.
La ricerca svolta dal Dipartimento Materno-Infantile dell’Ospedale di Mestre si fonda sull’analisi dettagliata dei sintomi della depressione post-partum su centinaia di neo-mamme: “Abbiamo utilizzato – spiega il dottor Pier Luigi Righetti, psicologo- psicoterapeuta dell’équipe mestrina – l’Edinbourgh Postnatal Depression Scale (EPDS), una valutazione in grado di contribuire ad individuare i quadri depressivi nel dopo-parto: “Ben 204 sono state le partorienti sottoposte all’EPDS ‘a tempo zero’, cioè nella seconda o terza giornata dopo il parto; sono state poi 36 le mamme sottoposte nuovamente alla valutazione a 2-3 mesi dalla nascita del bambino. Si tratta di un’indagine che non è comparabile, per intensità e capillarità, con altre indagini simili già svolte altrove”.
Sono state significative, dal punto di vista clinico, le evidenze fornite dall’analisi delle valutazioni: “Si sono ottenute percentuali significative di EPDS in cui la depressione post-partum si rende evidente: abbiamo trovato quindi traccia di stati depressivi nel 35,8% delle valutazioni a tempo zero e nel 27,8% di quelle a 2/3 mesi. Dai risultati ottenuti abbiamo potuto evidenziare come il parto cesareo può associarsi più di quello naturale alla rilevazione di punteggi elevati quanto alla depressione; e alla depressione risultano predisposte le mamme al primo parto più di quelle che hanno già dato alla luce un figlio”.
Contemporanea all’analisi, nell’Ospedale di Mestre si è svolta ogni azione conseguente: “Con un protocollo condiviso – sottolinea il dottor Righetti – abbiamo preso in carico ogni mamma il cui quadro clinico evidenziasse difficoltà o rischi. E in questa fase di efficace assistenza la collaborazione è stata piena da parte degli altri servizi della nostra Ulss 3: delle ostetriche del territorio, dell’Unità Operativa ‘Infanzia, Adolescenza e Famiglia’, del Servizio Dipendenze, in collaborazione anche con i servizi sociali delle Amministrazioni Civiche. L’individuazione precoce delle difficoltà della mamma e l’immediata presa in carico coordinata tra i diversi servizi ha condotto senza dubbio alla riduzione dei tassi percentuali di psicopatologia”.
Due le conclusioni che il dottor Righetti si sente di trarre in questa fase di analisi dei risultati: “In primo luogo – spiega – abbiamo avuto la chiara esperienza di come una gestione integrata dalla mamma che partorisce, in cui Ospedale e sanità territoriale collaborano e insieme verificano passo passo, riduce sicuramente il rischio di depressione post-partum. In secondo luogo abbiamo evidenziato come un monitoraggio attento, come quello effettuato all’Ospedale dell’Angelo, che non è stato interrotto nemmeno nel periodo del lockdown primaverile, può fare molto per le donne che partoriscono: l’esperienza mestrina, se riproposta con regolarità nei Punti Nascita, può contribuire ad eliminare via via la connotazione di ‘stigma’ sociale che la depressione post-partum purtroppo ancora possiede, come se fosse un tema da non approfondire, e comunque da minimizzare mantenendolo in una sfera di riservatezza che però non aiuta certo le mamme e i loro percorso di genitorialità”.
Già insignito del titolo di “Ospedale Amico dei Bambini” dall’Unicef, l’Ospedale dell’Angelo conferma la sua grande attenzione al tema della genitorialità. Ed è a partire dall’interesse clinico e di ricerca verso il mondo della genitorialità, portato avanti da diversi anni, che il Punto Nascita dell’Ospedale dell’Angelo assieme agli altri Punti Nascita dell‘Ulss 3 Serenissima, insieme ad altri nel Veneto, è stato inserito, quanto allo studio della in un progetto molto più ampio coordinato dalla professoressa Paola Facchin dell’Università di Padova.