Quello che vi stiamo per raccontare ha dell’incredibile, ed è successo a Mario Pasin, 85 anni, abitante di Villorba che qualche giorno fa ha ricevuto una lettera del fratello Ferruccio classe 1914, catturato durante la Seconda Guerra Mondiale a Lancenigo e deportato nel campo di internamento militare a Brandeburgo a pochi chilometri da Berlino.

Con stupore Mario non riesce a capacitarsi e aprendo il plico ingiallito dall’usura del tempo scopre che la lettera era indirizzata al padre Pietro in via “Batisti” a Villorba.

La casa oggi non esiste più, motivo per il quale forse quella lettera ha atteso tanto ad arrivare al mittente.

Oggi Mario vive in via Arno, sempre a Villorba e la gioia di poter tenere in mano un reperto che può in un certo molto ricordare il fratello ed il padre è molto grande.

“Caro padre trovandomi qui io sto bene e così spero sia di voi – sono le parole di Ferruccio contenute all’interno della lettera – Tutti voi mi farai sapere come va da quelle parti non pensare per me che me la campo speriamo presto di riabbracciarsi un bacio a tutti tuo Ferruccio”.

L’unica domanda che la famiglia di Ferruccio oggi si sta ponendo è “Dove è rimasta questa lettera tutti questi anni? Come ha fatto ad essere recapitata proprio adesso?”.

La figlia di Ferruccio, Anna, ha deciso così di ricostruire la storia del padre, di ritorno dal campo di concentramento: “Era il settembre del 1945, io avevo due anni e quando l’ho visto sono andata a nascondermi sotto al letto per la paura: sembrava un barbone, coperto di stracci, mani e piedi congelati. Era alto un metro e ottanta e pesava trentasette chili”. La donna ha poi proseguito: “Dalla Germania era tornato in Italia aggrappandosi sotto un treno, fino a Verona. Da lì era arrivato a Villorba a piedi. Una esperienza che l’ha sconvolto, segnato per sempre. Di notte si svegliava e scappava nel granaio per la paura di essere preso. Dal campo non era mai riuscito a comunicare con noi. E’ poi morto nel 1981, all’età di 66 anni”.

Proprio nei giorni scorsi la nostra redazione ha affrontato lo scandalo delle Poste Italiane per le lettere “civetta” (lo trovi QUI), e quasi casualmente ed in maniera bizzarra sembra comparire un caso di “mala-spedizione” delle nostre Poste nazionali.

Matteo Venturini

lettera prigioniero