Non c’è pace da una decina d’anni per il Treviso Calcio. La società biancoceleste dopo i fasti della Serie B e salita addirittura in Serie A, ha iniziato un inesorabile declino, facendola finire nei gironi “infernali” del calcio di provincia. Società gloriosa, 100 anni di storia, tecnici come El Paron Nereo Rocco ed ora si raccolgono solo le ceneri. A fatica sta risalendo la squadra, ma nel frattempo anche chi, solo un anno fa, aveva tentato di riprenderne le redini, è finito in malo modo.

Tiziano Nardin, l’imprenditore di Silea che aveva tentato di rilanciare il Treviso calcio, prendendone la conduzione nell’estate del 2016 e costretto poi a farsi da parte nei primi mesi di quest’anno, si trova rinchiuso nel carcere di Santa Bona. Nardin deve scontare una pena di un anno e otto mesi per false fatturazioni. Gli episodi contestati risalgono al 2010 e la condanna era diventata definitiva il 5 febbraio scorso, nel bel mezzo della trattativa avviata con il Comune per la gestione dello stadio.

Per l’ex titolare della Suntrades di Silea (a marzo era avvenuto lo sfratto esecutivo dal capannone di via Tiepolo a Silea, l’affitto non veniva pagato da fine 2013) l’ingresso in cella si è consumato nella giornata di mercoledì. Tiziano Nardin, assistito dall’avvocato Luigi Fadalti, aveva avuto un rapporto difficile con i tifosi del Treviso calcio: la tensione, latente, scoppiò definitivamente nel dicembre dello scorso anno con una vera e propria aggressione fisica ai suoi danni.“