Trevigiano doc, Riccardo Favretto è un seconda linea classe 2001 dall’ottima predisposizione tecnico-fisica. È uno dei nuovi permit player biancoverdi, lui che l’estate scorsa faceva parte dei giovani invitati al ritiro dei Leoni. Anche lui si sta allenando con i colleghi più grandi e ha risposto alle nostre domande.
Riccardo, il Benetton ha deciso di proporti questa nuova avventura da permit player. Come la affronterai?
“Sicuramente è una grande responsabilità, anche una grande possibilità che mi dà il club perché appunto sono uno dei permit player più giovani e questo fatto implica che mi stanno dando grande fiducia, sanno che posso dimostrare qualcosa e voglio farlo”.
Qual è l’aspetto migliore del tuo gioco e quello che vuoi perfezionare?
“Gli aspetti in cui mi sento più confidente con il mio gioco sono sicuramente la conduzione della palla, come portatore di palla mi sento molto a mio agio, con la palla in mano all’interno del campo. Nei reparti sia in mischia che in touche. Sicuramente nel corso dell’anno cercherò di implementare molto quella che è la mia tecnica di portatore di palla, perché vengo da una stagione in Top12, ma è un livello totalmente diverso, quindi dovrò sicuramente implementare le mie capacità”.
Hai già militato a livello giovanile con il Benetton Rugby. Ora hai questa opportunità di rappresentare la città e la squadra in cui sei cresciuto, vuoi quindi realizzare il tuo sogno?
“Sicuramente per me è un sogno che si realizza, è l’obiettivo di una vita. Ho cominciato a giocare quando ero piccolo nella squadra del mio paesino che giocava in un girone meritocratico, a un livello abbastanza basso. Poi sono arrivato in Under18 e in Accademia qui a Treviso e nello stesso momento sono entrato in Under18 con il Benetton. Sono veramente felice dell’opportunità che mi è stata data perché lo sognavo fin da quando ero piccolo”.
Da chi stai prendendo maggiori consigli in questi primi giorni di allenamenti con la Prima Squadra?
“Sto cercando di carpire i segreti e di prendere spunto dalle gesta di tutti i giorni di alcuni miei compagni, come Cannone o Ruzza che conosco abbastanza bene dall’anno scorso e sono delle brave persone sia dentro che fuori dal campo e so che posso imparare molto da loro. Per quanto riguarda gli allenatori quello che sento e seguo maggiormente è Bortolami perché comunque mi segue dal punto di vista dei reparti e in campo è sempre presente”.