La nuova tecnica, nota tra gli specialisti come “Conduction system pacing“, o “pacing fisiologico tramite il fascio di His”, è stata recentemente inserita come raccomandazione nelle linee guida europee e americane per alcune specifiche tipologie di pazienti. Anche questa tecnica prevede, in partenza, l’applicazione di un comune pacemaker, che fornirà impulsi al cuore attraverso uno o più elettrocateteri, per supplire al blocco parziale o completo del passaggio dell’impulso elettrico dall’atrio ai ventricoli, e per sanare quindi uno scompenso cardiaco.
“Rispetto agli impianti di pacemaker tradizionali con il catetere posizionato nel ventricolo destro – spiega il Primario Saccà – i tempi della procedura di impianto sul ‘fascio di His‘ sono leggermente più lunghi; ma i benefici che il paziente può trarre da una stimolazione elettrica naturale, fisiologica, sono enormi. Il primo tra tutti è quello far giungere in contemporanea lo stimolo nelle due parti del cuore, evitando ogni dissincronia. La nuova tecnica permette quindi di ridurre il rischio di cardiomiopatia, a volte indotta dalla stimolazione tradizionale, indotta dal ventricolo destro, in alcuni soggetti più predisposti o che necessitano di percentuali di stimolazione maggiori”. Si riduce così anche il rischio di ospedalizzazione per insufficienza cardiaca e scompenso cardiaco.
Il “Conduction system pacing” è una tecnica sperimentata, ma solo recentemente, grazie ad alcune tecnologie innovative ora messe a disposizione dalla Regione Veneto, ha potuto trovare applicazione anche a Mirano in un sempre maggior numero di pazienti; a praticarla presso la Cardiologia dell’Ospedale, è l’équipe del laboratorio di Elettrofisiologia, in cui operano il dottor Bacchiega, il dottor Lupo, il dottor Rizzo e la dottoressa Zerbo.