Il municipio di San Donà di Piave (foto di archivio)
Il municipio di San Donà di Piave (foto di archivio)

“Con la vicinanza e il rispetto dovuti a chi è stato vittima di violenza nella RSA cittadina, confermo la mia opinione sulla sostanziale inutilità del Consiglio Straordinario di ieri sera, voluto principalmente come palcoscenico per mettersi in mostra lucrando sulla sofferenza altrui e non come luogo per approfondire quanto è accaduto. Come era d’altronde prevedibile, visto che le indagini sono ancora in corso e molte cose non possono essere dette.
Prova ne è il fatto che Ulss e Regione, enti deputati alla vigilanza e controllo delle RSA, opportunamente non erano presenti, pur se invitate.
Mi auguro che saranno chiarite presto dagli inquirenti tutte le responsabilità per i gravi e intollerabili fatti rilevati, così che ciascuno ne debba rispondere.
Personalmente ho sempre orientato le mie scelte nell’individuare la miglior soluzione possibile con le risorse disponibili e nel contesto dato, avendo come unico obiettivo quello di migliorare la qualità della vita delle persone, specie se fragili.
Oggi sono presenti molti servizi e strutture che 5 anni fa non c’erano: un Ospedale di Comunità, un Centro Diurno più ampio, una nuova residenza da 120 posti che sta per aprire.
Certo: tutto questo passa in secondo piano rispetto ai fatti emersi ma per ripartire è necessario valorizzare le cose buone che sono state fatte e il grande capitale rappresentato dai tanti operatori, donne e uomini, che hanno sempre agito con competenza e umanità.
A loro, in particolare, va tutta la mia riconoscenza”.
Queste le dichiarazioni del sindaco di San Donà di Piave Andrea Cereser all’indomani del Consiglio Comunale straordinario convocato ieri sera, 29 marzo, per discutere dei fatti relativi alla vicenda che ha coinvolto la RSA cittadina ‘Monumento ai caduti in guerra’.