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Italia attenta all’euforia!!

Non sarà semplice, perché Ibra è Ibra e ha già saputo farci male (Euro 2004) e perché l’Italia è l’Italia. È l’Italia che si deprime e si esalta anche per un soffio di vento e che solo quando riesce a trovare un minimo di intesa con il senso della misura sa essere quel che spesso è stata. È l’Italia dei fenomeni quando si vince, l’Italia dei brocchi quando si perde. E cioè la squadra dei più bravi anche quando non è la migliore. È accaduto lunedì con il Belgio ma lo era stato anche due anni fa nel Mondiale brasiliano aperto da una vittoria con l’Inghilterra e concluso con una serie di partite alla playstation portatile sul triste aereo partito anzitempo per Roma. Ed era accaduto anche a Euro 1996 (esordio vincente e poi eliminati) e pure ai Mondiali 2002, quando dopo la buona prima ci siamo salvati con un pari in extremis nella terza sfida. L’italiano appassionato di pallone è fatto così: basta mezza rondine per far primavera. Per poi passare già alle valutazioni sulle convenienze del “dopo”, se è meglio arrivare primi o secondi del girone (e, perché no?, ragionando così anche farci ripescare come migliore terza) per trovare avversari ritenuti più comodi. La storia insegna che anche questa è una sciocchezza: abbiamo fatto figure barbine anche quando ci hanno avvolti in un girone di burro (Mondiali 2010) e siamo stati campioni del mondo (1982) dopo aver eliminato Argentina e Brasile. E dunque sarà meglio fare un passo alla volta e con la massima umiltà. Magari dopo potremo anche dire che è stato semplice ma non è proprio il caso di rilassarci e, men che meno, di far conti sul domani. Perché il domani è prima di tutto adesso. Ma, per il sicuro, al di là di ogni scaramanzia, Buffon & C, non dimentichino lo “scherzetto” di Ibra dell’altra volta. Ma l’Italia è proprio questa.

Gian Nicola Pittalis

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